Cile. Boric lancia il Corridoio Stradale Bioceanico

di Giuseppe Gagliano –

Il governo cileno ha annunciato un piano infrastrutturale che, al di là dell’asfalto e dei porti, disegna una nuova geografia politica continentale: il Corridoio Stradale Bioceanico, 2.400 chilometri di asfalto per connettere l’Atlantico brasiliano al Pacifico cileno, passando attraverso Paraguay e Argentina, non è solo un’opera logistica, è una sfida alla frammentazione sudamericana e un invito all’Asia.
Il presidente Gabriel Boric lo presenta come una conquista geopolitica: per la prima volta, i flussi commerciali del Brasile potranno accedere al Pacifico senza passare per i colli di bottiglia andini o le lentezze burocratiche dei porti atlantici. L’Asia, con Cina, Corea e Giappone, diventa non più un destino remoto, ma un interlocutore logistico immediato.
Il piano cileno prevede 22 progetti infrastrutturali tra strade, dogane e modernizzazione portuale nel nord, da sempre marginalizzato. I porti di Iquique, Mejillones e Antofagasta saranno le nuove porte del continente, in grado di ridurre fino a 10 giorni i tempi di transito delle merci.
Ma questa arteria nasce da lontano. I primi incontri risalgono al 2012, i primi cantieri al 2017 in Paraguay. Il ponte bioceanico tra Carmelo Peralta e Porto Murtinho, inaugurato di recente, è il simbolo tangibile di un processo che ha superato pandemia, crisi politiche e volatilità valutaria.
Il Corridoio sarà anche tema centrale del vertice Boric-Lula previsto per il 22 aprile, con al centro standard doganali, investimenti incrociati e visione condivisa. Un segnale che, dopo anni di rivalità e sovranismi, il Cono Sud torna a parlare il linguaggio dell’integrazione, e lo fa partendo dall’asfalto.
Nel frattempo il Mercosur cerca di adattarsi alle turbolenze del commercio globale ampliando le eccezioni alla Tariffa Esterna Comune: un’azione di difesa, ma anche di flessibilità politica. Sul tavolo restano accordi con Singapore, EFTA ed Emirati Arabi, in un contesto in cui il Sud del mondo prova a costruire ponti mentre il Nord innalza muri.
Il Corridoio Bioceanico non è solo una strada. È la prova che l’America Latina, schiacciata tra multipolarismo e frammentazione interna, tenta un colpo d’ala strategico: diventare continente-ponte tra oceani e civiltà.