Cile. Referendum: ‘sì’ ad una nuova Costituzione, verrà cancellata quella di Pinochet

di Alberto Galvi

In Cile gli elettori hanno optato per una nuova carta costituzionale nella speranza che vengano garantiti più uguali diritti all’assistenza sanitaria, alle pensioni e all’istruzione.
L’ attuale Costituzione cilena, redatta durante il regime militare di Augusto Pinochet nel 1980, è vista da ampi settori della società, in particolare dai partiti di sinistra, come una delle ragioni principali della prevalente disuguaglianza nel Paese, motivo alla base delle corpose manifestazioni di protesta di un anno fa.
I cileni erano anche chiamati con il referendum a scegliere anche chi avrà il compito di riscriverla, scegliendo tra una convenzione costituzionale mista, composta in parti uguali da membri eletti dal popolo e da parlamentari in carica, o una composta esclusivamente da membri eletti dal popolo.
Con questo voto gli elettori hanno affermato di volere che la nuova carta costituzionale venisse redatta da un corpo di cittadini appositamente eletto e quindi da un’assemblea costituente composta per metà da donne e per metà da uomini. Inoltre, anche se la cosa non è ancora stata ben specificata, vi sarà una quota per le popolazioni indigene.
La proposta sconfitta è stata quella della convenzione costituzionale mista, che sarebbe stata composta da un eguale numero di membri eletti dal popolo e da parlamentari in carica.
Le 155 persone che comporranno la convenzione cittadina saranno elette con voto popolare l’11 aprile del prossimo anno e da quel momento in poi avranno un margine di nove mesi, prorogabile una sola volta per altri tre mesi, per preparare il nuovo testo costituzionale. Il testo risultante sarà poi sottoposto a un nuovo referendum già nel 2022.
La registrazione dei candidati per l’assemblea costituente è prevista per l’11 aprile prossimo.
Tra le questioni che potrebbero essere messe in primo piano nel nuovo testo costituzionale ci sono il riconoscimento della popolazione indigena Mapuche del Cile, i poteri di contrattazione collettiva, i diritti dell’acqua e della terra e i sistemi privatizzati che forniscono assistenza sanitaria, istruzione e pensioni.