Colombia. Il JEP giudica le peggiori atrocità commesse durante il conflitto tra il 1984 e il 2007

di Alberto Galvi

Un tribunale speciale denominato JEP (Giurisdizione Speciale per la Pace) è stato istituito in Colombia per giudicare le peggiori atrocità commesse durante il conflitto interno del 1984 – 2007. Le vittime erano membri del partito comunista dell’UP (Unione Patriottica), che si era formato negli anni ’80 durante un tentativo dell’allora presidente Belisario Betancur di avviare la pace con le FARC-EC (Forze armate rivoluzionarie della Colombia – Esercito del Popolo).
Le violenze contro i membri dell’UP sono state perpetrate principalmente da agenti statali e paramilitari, i quali hanno ucciso 4.600 membri di quel partito e altri 1.100 sono scomparsi. Tra gli assassinati c’erano due candidati alla presidenza per l’UP, Jaime Pardo e Bernardo Jaramillo, oltre a un gruppo di legislatori.
Ritenendo che le indagini dello Stato colombiano sugli attacchi contro l’UP fossero insufficienti, il più alto organo giudiziario dell’America Latina, la Corte interamericana dei diritti umani, ha accolto il caso nel 2018, ma non si è ancora pronunciato in merito.
Il JEP ha accusato nel gennaio 2021 alti comandanti delle FARC-EP del rapimento tra il 1990 e il 2016 di 21.396 persone. Gli ex guerriglieri hanno ammesso le loro responsabilità e attendono la sentenza. Inoltre nello scandalo “falso positivo” durante la presidenza tra il 2002 e il 2010 di Alvaro Uribe, decine di ex soldati sono stati accusati dell’omicidio di 6.400 civili, uccisi dall’esercito che li aveva spacciati come guerriglieri e presentati come vittime di combattimento a scopo di lucro.
Inoltre il JEP ha ricevuto le testimonianze di 150 persone legate agli attacchi contro l’UP, la maggior parte delle quali erano membri delle forze di sicurezza e dell’agenzia di intelligence. La Corte ha anche aperto indagini sulle altre atrocità commesse in oltre mezzo secolo di conflitto armato da gruppi di guerriglia, paramilitari e agenti statali, con accuse che spaziano dal rapimento, al reclutamento di bambini, alla violenza politica e all’omicidio di civili.
Il JEP ha anche l’autorità di offrire alternative al carcere alle persone che confessano i loro crimini e collaborano con la giustizia. Entro la metà di quest’anno sono previste le prime sentenze.