Colombia. Il rimpasto di petro:si dimette il ministro della Difesa Velásquez

di Giuseppe Gagliano

Il ministro della Difesa della Colombia, Iván Velásquez, ha presentato le sue dimissioni, segnando la fine del suo mandato alla guida di uno dei ministeri più critici del governo di Gustavo Petro. Le dimissioni di Velásquez sono arrivate dopo la decisione del presidente Petro di chiedere formalmente la rinuncia di tutti i ministri e dei direttori dei dipartimenti amministrativi, nell’ambito di un ampio rimpasto di governo. Tuttavia, nel caso del ministro della Difesa, la sua decisione di lasciare l’incarico è stata immediata e definitiva.
La sua uscita rappresenta un evento significativo, poiché con il suo addio nessuno dei 18 ministri inizialmente nominati da Petro all’inizio del mandato è ancora in carica, evidenziando l’estrema instabilità dell’attuale esecutivo.
L’opposizione ha colto l’occasione per criticare duramente la gestione della sicurezza sotto il governo Petro. In particolare, il senatore Miguel Uribe Turbay, esponente del partito Centro Democratico, ha attaccato la politica della “pace totale” promossa dal presidente, sostenendo che abbia rafforzato i gruppi armati illegali invece di ridurre la violenza.
“Il ministro se ne va, ma il danno è già fatto”, ha dichiarato Uribe Turbay durante una sessione del Senato, denunciando il peggioramento della situazione in zone critiche come Catatumbo, Arauca, Chocó, Cauca e Valle del Cauca.
Il senatore ha evidenziato come la crisi della sicurezza sia il risultato diretto della strategia del governo, accusando Petro di aver ignorato i segnali di allarme provenienti dalle regioni più colpite. Secondo Uribe Turbay, la violenza si è intensificata a causa della mancanza di un’azione decisa da parte dello Stato e della permissività nei confronti dei gruppi armati, come l’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN), i dissidenti delle FARC e il Clan del Golfo.
Oltre alla recrudescenza del conflitto armato, il senatore ha evidenziato le gravi conseguenze umanitarie della crisi, riportando dati allarmanti sulla situazione nel Paese. Secondo Uribe Turbay, il numero di sfollati avrebbe raggiunto le 55.000 unità, mentre circa 34.000 persone sarebbero confinate nei loro territori a causa dell’intensificarsi della violenza. Il senatore ha inoltre accusato il governo di non aver adottato misure concrete per affrontare il problema, criticando la recente riunione del Consiglio dei Ministri, che a suo dire si sarebbe trasformata in una messa in scena priva di reali soluzioni per la crisi in corso a Catatumbo.
Il dibattito sulla sicurezza nazionale si inserisce in un quadro di crescente instabilità all’interno del governo Petro. In soli 30 mesi di mandato, ben 46 ministri si sono avvicendati nei vari dicasteri, con alcuni ministeri che hanno già avuto fino a 4 titolari differenti.
Secondo quanto riportato da Infobae, questi numeri mettono in luce la difficoltà del presidente Petro nel mantenere un governo stabile e coeso, con continui cambi di leadership che hanno minato la credibilità dell’amministrazione. A peggiorare il quadro c’è l’assenza di Petro dalla scena politica nazionale. Attualmente, il capo di Stato si trova a Dubai per partecipare al World Government Summit 2025, un evento dedicato alla governance globale e allo sviluppo sostenibile.
La sua trasferta ha suscitato ulteriori critiche, con l’opposizione che lo accusa di essere distante dai problemi reali del Paese e di non affrontare con urgenza la crisi della sicurezza interna.
Rimane ora da vedere chi sarà nominato come nuovo ministro della Difesa, un ruolo che si prospetta particolarmente difficile in un contesto di crescente violenza e sfiducia nelle istituzioni.