Cooperazione sino-russa per contrastare Usa e Nato

di Giuseppe Gagliano

A conclusione della Guerra Fredda numerosi analisti di impostazione filoatlantica hanno sottolineato che la Russia non poteva che prendere atto dell’espansione della Nato e accettarne il ruolo di egemonia a livello globale. Proprio in quest’ottica deve essere letta l’affermazione clintoniana secondo la quale la Russia non poteva che essere un partner strategico e un fidato alleato. Alla luce di quanto accaduto in Russia in questi ultimi vent’anni, le aspettative degli analisti americani si sono rivelate profondamente errate in quanto non hanno preso in considerazione la possibilità che la Russia potesse porre in essere non solo una strategia autonoma ma aspirare a diventare una sorta di pivot a est in aperta concorrenza con quello americana.
Il reciproco avvicinamento della Russia alla Cina, concretizzatosi nel 2014 con la cosiddetta partnership strategica globale, nasce allo scopo di costruire un blocco eurasiatico in contrapposizione a quello atlantico-americano. Questo avvicinamento, o più precisamente questa complementarità economica e strategica reciprocamente strumentale come tutte le alleanze politiche e militari, ha portato ad una fittissima rete di scambi commerciali.
A tale proposito è sufficiente prendere in considerazione in primo luogo il fatto che due terzi delle importazioni di hardware cinesi proviene proprio dalla Russia, la quale a sua volta ha esportato in Cina sia i suoi caccia Su-35 sia i sistemi di difesa missilistica S-400, armamenti grazie ai quali la Cina ha posto in essere una strategia di deterrenza sul Mar Cinese Meridionale anche in funzione antiamericana; in secondo luogo il fatto che sia la marina russa che quella cinese hanno portato a termine operazioni congiunte nel Pacifico e nel Baltico, cosa dimostra l’esigenza sino-russa di controbilanciare l’egemonia globale americana.
Sempre in quest’ottica deve essere letta la collaborazione tra la Russia e la Cina nella regione artica, dove Pechino, attraverso due tra le sue maggiori banche di Stato e cioè l’Export-Import Bank of China e la China Development Bank, ha investito a livello finanziario in modo decisivo nella costruzione del gasdotto situato nella penisola di Jamal, che certamente costituisce il più grande gasdotto GNL a livello globale.
Gli stessi investimenti infrastrutturali ad ampio raggio, come quelli ferroviari, portuali e stradali, che la Cina ha posto in essere in Ukraina e nella stessa Russia si muovono nella direzione del consolidamento di un blocco euro-asiatico. Fra le numerose attività di sinergie sino-russe di rilevante interesse vi è quella attuata dalla cinese Alibaba, la quale dal 2010 ha visto crescere i profitti della sua filiale AliExpress.com proprio in Russia.