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Dopo aver annunciato la risoluzione in “modo brillante” dell’epidemia di coronavirus, il leader nordcoreano Kim Jong-un ha fatto sapere attraverso il primo vice ministro degli Affari Esteri, Choe Son-hui, l’esclusione della possibilità di ripresa del dialogo con gli Stati Uniti di Donald Trump.
Gli sherpa delle due parti si sono incontrati in questi mesi per tentare un nuovo incontro fra il presidente Usa Donald Trump e Kim, ma gli scogli restano insormontabili a cominciare dal tema della denuclearizzazione per arrivare a quello delle sanzioni. In particolare gli Usa vorrebbero la denuclearizzazione della sola Corea del Nord, mentre Pyongyang spinge per la denuclearizzazione dell’intera penisola, anche perché gli Usa mantengono nelle proprie basi in Corea del Sud circa 33mila militari, da anni vengono compiute esercitazioni navali e militari e soprattutto lì gli Usa hanno istallato armi di ogni genere, in pratica sotto la casa del nemico.
Per Trump la risoluzione della questione nordcoreana rappresenterebbe un buon risultato in vista delle elezioni di novembre, ma Choe ha affermato che “Non abbiamo bisogno di incontrarci faccia a faccia per sapere che quello degli Usa è un superficiale trucco per avvicinarci, in quanto non hanno né intenzione né la volontà di tornare al tavolo”.