Corea del Nord. Parlamentare sudcoreano denuncia, ‘l’ambasciatore in Italia è fuggito’

di Nunzio Messere

La Farnesina ha smentito che l’ambasciatore nordcoreano facente funzioni a Roma, Jo Song-gil, avesse chiesto asilo politico in Italia, un’indiscrezione avanzata da alcuni media dopo che un parlamentare sudcoreano, Kim Min-ki, ha affermato che il diplomatico avesse fatto perdere le sue tracce poco prima della scadenza del suo mandato e avesse chiesto asilo politico insieme alla sua famiglia in un paese occidentale. Anche il quotidiano sudcoreano JoongAng Ilbo ha riportato che Jo Song-gil “sarebbe ora in un luogo sicuro” messogli a disposizione dalle autorità italiane.
Jo, il cui mandato è scaduto in novembre, è un alto diplomatico in Italia dal 2015 e ricopriva le funzioni di ambasciatore dopo che il titolare, Mun Jong-nam, era stato espulso nel 2017 in segno di protesta per il test missilistico che aveva sorvolato il Giappone e che aveva portato il leader Kim Jong-un ad esclamare che “ora siamo una potenza nucleare”. Lo stesso quotidiano ha anche riportato che l’intelligence sudcoreana, il Nis, “non ha tentato di contattare Jo ne’ ha ricevuto alcun contatto da parte sua negli ultimi due mesi”, ma va detto che solitamente i diplomatici nordcoreani non possono portare con sé la famiglia proprio per prevenire defezioni, per cui resta difficile pensare che Jo, indicato come parente di un’alta sfera del regime, avesse potuto chiedere asilo per moglie e figli. Possibile, ma poco probabile, che proprio la sua vicinanza ai vertici del regime gli abbia consentito di portare a Roma la famiglia, ma al momento non vi sono dichiarazioni eo prove certe che quando denunciato da Kim Min-ki corrisponda ad un fatto certo.
Il dossier è comunque nelle mani dei servizi italiani, Aise e Aisi.