Costa Rica. Nicaraguensi bloccati al confine col Costa Rica per mancanza di test anti Covid-19

di Alberto Galvi

Nei giorni scorsi dal Costa Rica sono arrivate al confine di Peñas Blancas le cliniche mobili per aiutare i circa 350 nicaraguensi intrappolati in una specie di limbo territoriale, dopo che il governo di Daniel Ortega ha richiesto una prova negativa al Covid-19 come requisito per tornare nel loro Paese.
In Costa Rica sono presenti circa mezzo milione di nicaraguensi, che generalmente emigrano in cerca di lavoro. Con la pandemia da Covid-19 molti hanno perso il lavoro e cercano di tornare nel loro Paese per far fronte alla crisi con i propri mezzi. 
Centinaia di nicaraguensi dallo scorso 18 luglio si sono concentrati sul confine settentrionale del Costa Rica, per tornare in Nicaragua, per quello che avrebbe dovuto essere un processo accelerato di rientro in patria.
Per i cittadini nicaraguensi, una volta attraversato il confine con il Costa Rica, è sufficiente mostrare la propria carta d’identità per entrare nel proprio Paese.
All’inizio di marzo il coronavirus è arrivato in Costa Rica. Il Paese ha chiuso i suoi confini e ha dispiegato le sue truppe di frontiera sulla linea di confine con il Nicaragua. La ragione di questa operazione è stata di cercare di impedire l’ingresso dei migranti nicaraguensi in condizioni di irregolarità con il rischio di diffondere il coronavirus.
Il governo costaricano di Carlos Alvarado Quesada ha annunciato che richiederà per un certo periodo di tempo il test al Covid-19 per chiunque intenda partire per il Nicaragua, al fine di evitare che vengano bloccati sul confine comune.
La sorpresa è stata quando le autorità di quel Paese hanno chiesto loro un nuovo requisito: un test negativo al Covid-19.
Il governo di Daniel Ortega impone ai compatrioti di presentare la prova negativa al Covid-19 per entrare in Nicaragua, che a causa del loro prezzo elevato i cittadini sono impossibilitati ad acquistarlo o a reperirlo. Inoltre alle autorità nicaraguensi mancano i kit per eseguire i test o non possono eseguirli, perché né il governo ha i laboratori al confine, né possono tornare in Costa Rica per farli eseguire. 
Le autorità di Managua hanno intanto inviato la polizia antisommossa a Peñas Blancas per contenere i suoi connazionali che hanno lasciato il Costa Rica i quali, impossibilitati ad entrare in Nicaragua, sono rimasti intrappolati nella cosiddetta zona neutrale del confine.
A seguito della crisi politica iniziata nell’aprile del 2018, la maggior parte dei migranti nicaraguensi ha attraversato il confine alla ricerca di migliori opportunità economiche e di vita. Ricordiamo che quasi 100mila di loro sono arrivati ​​in Costa Rica in cerca di protezione internazionale.
Negli ultimi anni l’immigrazione dal Nicaragua è aumentata, a causa della repressione e della persecuzione subita dagli oppositori del regime di Daniel Ortega e di sua moglie Rosario Murillo, che è anche la vicepresidente del Paese centroamericano.
A causa di alcune dichiarazioni di esponenti del governo costaricano le discriminazioni nei confronti dei migranti sono cresciute. Ad aumentare la xenofobia nei loro confronti ci ha pensato l’emergenza della pandemia attraverso i social network.