di Giuseppe Gagliano –
Dietro le dichiarazioni caute e le formule diplomatiche, si cela una realtà cruda: Cuba sopravvive, ancora una volta, giocando d’astuzia tra sanzioni, blackout e alleanze traballanti. A confermarlo è stato il presidente Miguel Diaz-Canel, che ha ammesso pubblicamente l’esistenza di un meccanismo, definito “formula”, che consentirebbe all’isola di continuare a ricevere petrolio venezuelano eludendo le maglie dell’embargo statunitense.
Non è un mistero che l’economia energetica cubana sia appesa a un filo. Il Venezuela, da sempre alleato strategico, resta il primo fornitore di greggio, ma le forniture si sono ridotte drasticamente negli ultimi mesi. Secondo il ministro dell’Energia Vicente de la O Levy, questa riduzione è dovuta tanto alla crisi interna di Caracas quanto al contesto geopolitico: l’autoproclamazione di Maduro nel 2024 ha alimentato nuove sanzioni USA, rafforzate da Donald Trump con ulteriori dazi contro chiunque commercia petrolio venezuelano.
La risposta dell’Avana è stata silenziosa ma operativa: una rete di accordi e triangolazioni di cui nulla viene rivelato pubblicamente, per evitare rappresaglie. Nel frattempo l’isola ha affrontato mesi interi senza diesel né gas liquefatto, con interruzioni totali di carburante. La popolazione è ricorsa all’elettricità anche per cucinare, mandando in tilt la già fragile rete elettrica nazionale.
I dati sono impietosi. Cuba consumava in passato circa 8 milioni di tonnellate di carburante all’anno, di cui 5 importati e 3 prodotti localmente. Oggi la produzione interna è praticamente azzerata. Le navi restano bloccate nei porti, impossibilitate a scaricare per assenza di canali di pagamento, mentre il governo denuncia una “persecuzione energetica e finanziaria”.
A peggiorare il quadro, ci sono gli squilibri interni: 14 enti statali non rispettano i piani di consumo e la capitale assorbe quote sproporzionate di energia. Il direttore generale dell’elettricità, Lazaro Guerra Hernandez, ha annunciato che in estate il fabbisogno energetico supererà di oltre 1.500 MW la capacità disponibile. Risultato: blackout quotidiani di almeno quattro ore per famiglia, per luglio e agosto.
Nel mosaico geopolitico del blocco e della crisi globale, Cuba si muove in equilibrio tra resistenza e adattamento. La “formula” di Diaz-Canel è solo l’ennesimo esercizio di sopravvivenza in una guerra silenziosa fatta di sanzioni, combustibili e potere.