di Alberto Galvi –
A soli pochi giorni dalla fine del suo incarico, il presidente Trump ha imposto nuove sanzioni a Cuba, complicando qualsiasi sforzo dell’entrante amministrazione Biden di rilanciare la distensione dell’era Obama con l’Avana.
Le sanzioni arrivano a causa del continuo rifugio da parte di Cuba di consegnare i fuggitivi statunitensi, a cui è stato concesso asilo.
Le altre ragioni riguardano il rifiuto cubano di estradare i ribelli colombiani, nonché il sostegno al leader venezuelano Nicolas Maduro. Cuba ha un’alleanza di lunga data con il Venezuela e i due Paesi cooperano nel commercio e nei viaggi.
Inoltre la designazione reimposta importanti restrizioni, incluso il blocco della maggior parte dei viaggi tra Cuba e gli Usa, nonché il trasferimento di denaro tra i due Paesi.
Trump ha represso Cuba da quando è salito al potere nel 2017, lavorando per invertire gli sforzi di riavvicinamento dell’ex presidente Barack Obama, che aveva formalmente rimosso Cuba dalla lista dei paesi che sostengono il terrorismo nel 2015, un passo verso il ripristino dei rapporti diplomatici con l’Avana.
Cuba si unisce a Siria, Iran e Corea del Nord nell’elenco degli Usa tra le nazioni condannate per aver fomentato il terrorismo, inserita nella lista nel 1982. I legami erano stati sostanzialmente congelati dopo che Fidel Castro prese il potere nel 1959.
Da quando Trump è salito al governo degli Usa ha costantemente aumentato le restrizioni sui voli, il commercio e le transazioni finanziarie tra Washington e l’Avana, e giù nel giugno 2017 ha firmato un ordine esecutivo che introduceva nuove misure di sanzioni contro Cuba e ripristinava alcune delle misure che erano state revocate da Obama.
Durante il 2019 il presidente Trump aveva inasprito l’embargo provocando una limitazione delle rimesse dagli Usa a Cuba e la restrizione del turismo nell’isola, entrambe cause di una riduzione degli afflussi di valuta estera.
Quando c’erano voli giornalieri tra i due Paesi, gran parte dei dollari arrivavano a Cuba portati direttamente da parenti o dai cubani in viaggio nel Paese confinante. Il trasferimento di denaro tra i due Paesi attraverso canali informali o agenzie private è una significativa fonte di reddito per i cubani che hanno congiunti negli Usa.
Inoltre le sanzioni hanno colpito le compagnie venezuelane che trasportano petrolio nell’isola caraibica, già scarso a causa del calo della produzione.
Dall’inizio di quest’anno il governo cubano del presidente Miguel Mario Díaz-Canel ha introdotto il dollaro come valuta a causa del deprezzamento del CUC (Peso Cubano Convertibile), nonostante sia stato scambiato con il dollaro Usa ad un tasso ufficiale di 1: 1 nella speranza di ottenere una valuta più forte.
In questi anni il dipartimento del Tesoro statunitense ha identificato nella holding GAESA (Grupo de Administración Empresarial SA), gestita dal generale cubano Luis Alberto Rodríguez López-Callejas, l’ente che controlla ampie porzioni dell’economia cubana a beneficio dei militari e della famiglia Castro , in particolare quella di Raúl Castro dal 2008.
Nelle ultime settimane le sanzioni si sono concentrate sulle tre entità controllate dall’esercito cubano delle FAR (Fuerzas Armadas Revolucionarias) con ruoli strategici nell’economia cubana. Le società inserite nella lista nera sono sempre la holding GAESA e due sue sussidiarie, la FINCIMEX (Financiera Cimex SA) e la Kave (Kave Coffee SA).
Anche alcune istituzioni statali cubane sono finite nel mirino dell’amministrazione statunitense di Donald Trump. Tra queste vi sono diversi ministeri e società per la promozione turistica e delle comunicazioni, proprietà immobiliari, commercio e petrolio. Tali istituzioni sono state identificate dall’OFAC (Office of Foreign Assets Control), ai sensi del CARC (Cuban Assets Control Regulations).
Gli embarghi di questi anni in realtà hanno solo rafforzato il regime cubano nonostante l’impoverimento della popolazione, soprattutto in un momento come l’attuale in cui vi è crescente carenza di cibo e di generi di prima necessità a causa della pandemia.