Dal Canale di Panama alla sospensione dall’Oms: la ricetta shock di Trump per l’americocentrismo

Von der Leyen con il cerino in mano.

di Shors Surme

“Morto un papa se ne fa sempre un altro”, sentenziava la madre del marchese del Grillo. Ma se negli Usa l’ormai “ex” presidente Joe Biden è ancora vivo e vegeto, per quanto malandato, ci sta pensando il suo predecessore e successore Donald Trump a seppellirlo. Lo sta facendo distruggendo tutto ciò che Biden aveva fatto, senza troppo andare per il sottile e distinguere tra cose positive e cose negative. Non solo: se il suo compagno di giochi Javier Milei, presente all’insediamento, usa la motosega, Trump è tornato a pilotare il bulldozer con tutta la sua irruenza, del tutto incurante degli equilibri internazionali.
Oltre a ribadire promesse incredibili, come l’intenzione di acquistare la Groenlandia, di cambiare il nome del Golfo del Messico e di impossessarsi del Canale di Panama, il neo presidente ha firmato una sfilza di ordini esecutivi, cioè di decreti, che lasciano gli alleati con il cerino in mano, a cominciare da un Ursula von der Leyen, che da Davos ha potuto solo commentare che “Il mondo sta cambiando ma l’Europa è pronta”. Mentre Trump le ha chiuso la porta alle spalle, annunciando dazi da salasso anche alle merci europee, la presidente della Commissione europea ha affermato che “Nessun’altra economia al mondo è così integrata” come quelle di Ue e Usa, ammettendo però la necessità di “proteggere i nostri interessi”. Sarà da vedere, dal momento che il vulcanico Trump ha già fatto sapere l’intenzione di raddoppiare la quota Nato e di lasciare il disastro ucraino tutto a lei.
Così, se l’Ue del radical chic e della transizione green, con le grandi fabbriche tedesche che chiudono e con gli stipendi degli italiani rallentati da anni, senza gli Usa sta su come un castello di carta, Trump in un solo colpo ha mandato all’aria clima e auto elettriche, teoria gender (Diversity, Equity, Inclusion compresi), ius soli e persino revocato le sanzioni verso i coloni della Cisgiordania.
L’Europa, quella dove le destre estreme stanno mietendo consensi in una popolazione sempre più stanca e impoverita, prosegue il suo cammino al di sopra della realtà, ma rischia di rimanere un piccolo puntino isolato sul mappamondo fatto di buone intenzioni e di grandi proclami, mentre Usa e Cina pensano solo a se stessi.