Davos: la sostenibilità al centro del Wef. Trump, ‘non è il momento del pessimismo’

di Guido Keller

Al 50mo appuntamento del World Economic Forum di Davos è stato scelto come tema centrale quello dei cambiamenti climatici, con Donald Trump e Greta Thunberg al centro dell’attenzione mediatica.
La kermesse, che si tiene nel cuore delle alpi svizzere fino al 24 gennaio, vede la partecipazione di oltre 3mila delegati da 117 Paesi, tra cui 53 capi di Stato e di governo: presenti per quella che ormai è diventata una passerella irrinunciabile anche la tedesca Angela Merkel, mentre il premier italiano Giuseppe Conte è accompagnato da Carlo Messina, ad. di Intesa Sanpaolo, Emma Marcegaglia, presidente di Eni, Philippe Donnet, ad. di Generali, Francesco Caio, ad. di Saipem.
Sul tavolo di Davos c’è per questa edizione il capitalismo degli stakeholder (tutti coloro che ruotano attorno all’azienda, dai clienti ai fornitori alla gestione), però all’insegna della sostenibilità ambientale ed economica, ed il fondatore del World Economic Forum, Klaus Schwab, ha spiegato che “è divenuto necessario non solo massimizzarne i profitti, ma anche utilizzarne le capacità e le risorse in collaborazione con i governi e la società civile”. In Italia ad esempio l’1% della popolazione gestisce una ricchezza pari a quella detenuta dal 70%. Il tema della sostenibilità è stato evidenziato nel Rapporto Global Risk 2020, in particolare per i rischi climatici, i quali potrebbero mandare in fumo la metà del pil mondiale.
Il presidente Usa Donald Trump ha ricordato quell’”America First” di cui ha evidenziato la sua realizzazione, “oggi sono orgoglioso di dire che l’America sta vincendo di nuovo, come mai prima”, ed ha sottolineato gli accordi “straordinari” conclusi con il Messico ed il Canada. Trump ha anche messo in evidenza “il più basso tasso di disoccupazione di sempre” negli Usa, come pure che “le aziende sono tornate ad investire nel nostro Paese”. Ha poi dato una stoccata all’Europa, asserendo che “da noi ci sono state cose molto positive, non come altrove, dove ci sono tassi negativi a cui non mi abituerei facilmente”.
Il presidente Usa ha anche parlato dei suoi rapporti con il cinese Xi Jinpung, “mai stati così migliori” nonostante la guerra dei dazi, che di recente ha conosciuto un accordo a dire il vero fatto più di proclami che di concretezza. Per lui però “finalmente la nostra amministrazione ha fatto qualcosa dopo che nessuno aveva fatto nulla lasciando che le cose diventassero sempre peggiori, peggiori, peggiori”.
Sul clima Trump ha detto che “Quello attuale non è il momento del pessimismo”, per quanto gli Usa “pianteranno un miliardo di alberi”, mentre per Greta Thunberg non c’è consapevolezza della situazione di pericolo in cui versa il globo, “dove basta una frazione di grado per portare alla morte di numerose persone”.
La piccola pasionaria ha fatto notare che “emettiamo circa 42 gigatonnellate l’anno di Co2, un ritmo che ci dà soli 8 anni di tempo prima di mancare l’obiettivo limitare l’aumento medio della temperatura globale al di sotto di 1,5 gradi”.