di Giuseppe Gagliano –
Il presidente dell’Ecuador Daniel Noboa Azin ha deciso di imporre una tariffa del 27% su tutti i prodotti provenienti dal Messico. La misura è stata giustificata con la necessità di proteggere l’industria nazionale e garantire un trattamento equo ai produttori locali. L’obiettivo, ha spiegato Noboa, è spingere il Messico a firmare un accordo di libero scambio con l’Ecuador, come già fatto dal Canada il 2 febbraio.
La risposta di Claudia Sheinbaum è stata fredda. Il presidente messicano ha minimizzato l’impatto della misura, sottolineando che l’Ecuador rappresenta una quota marginale per le esportazioni messicane, pari appena allo 0,4% del totale.
Il rapporto tra i due Paesi è ai minimi storici da mesi. Tutto è iniziato con la crisi diplomatica scaturita dall’assalto all’ambasciata messicana a Quito, il 7 aprile 2024. La tensione era già alta per le dichiarazioni dell’ex presidente messicano López Obrador, che aveva accusato Noboa di aver sfruttato politicamente l’omicidio di Fernando Villavicencio per vincere le elezioni. Dopo l’espulsione dell’ambasciatrice messicana Raquel Serur, le relazioni si sono ulteriormente deteriorate quando il Messico ha concesso asilo politico all’ex vicepresidente ecuadoriano Jorge Glas, condannato per corruzione.
Il governo ecuadoriano ha reagito ordinando un’irruzione nell’ambasciata messicana per impedire la fuga di Glas, un’azione che ha violato la Convenzione di Vienna sulle sedi diplomatiche. Il Messico ha interrotto le relazioni e ha presentato un ricorso alla Corte Internazionale di Giustizia. Con l’elezione di Sheinbaum, il Messico ha confermato la linea dura: nessuna ripresa del dialogo senza il riconoscimento del diritto d’asilo di Glas e scuse ufficiali da parte dell’Ecuador.
Il dazio imposto da Noboa si inserisce in un contesto di tensioni commerciali globali. La strategia ricorda quella di Donald Trump, che ha recentemente annunciato dazi sui beni messicani, canadesi e cinesi per contrastare traffico di droga e immigrazione illegale. Ma, a differenza dell’Ecuador, Messico e Stati Uniti hanno trovato un compromesso: dopo una telefonata tra Sheinbaum e Trump, Washington ha sospeso la tariffa del 25% sui prodotti messicani in cambio di maggiori controlli alla frontiera.
L’Ecuador invece resta isolato.