di Giuseppe Gagliano –
Secondo il periodico on line al-Araby al-Jadeed la prima delle due fregate multiruolo italiane “FREMM”, che sono state acquistate dal Cairo per un importo superiore a 1,1 miliardi di dollari, arriverà in Egitto entro la fine di quest’anno. Quanto alla seconda fregata, arriverà nella primavera del prossimo anno, secondo le stime dell’azienda italiana Fincantieri. Il periodico online ritiene che il caso dell’italiano Giulio Regeni non ostacolerà l’attuazione dell’accordo italo-egiziano. Tuttavia gli accordi tra i due paesi vanno ben oltre la trattativa relativa alle fregate FREMM. Sono infatti in corso colloqui tra il Ministero della Difesa e dell’intelligence egiziano da un lato e l’Agenzia italiana per lo sviluppo delle esportazioni “SACE” dall’altro per ottenere un prestito tra i 500 e i 650 milioni di euro da un gruppo di banche per finanziare la seconda fase dell’operazione, che include la fornitura di armi navali che non erano state indicate nell’accordo iniziale quando sono iniziate le trattative nella primavera del 2019, inclusi almeno quattro “Corvette”, equipaggiamenti di guerra elettronica, radar e moderni dispositivi di telerilevamento ma anche tecnici italiani per addestrare gli ufficiali egiziani.
Ma il periodico online ha fatto altre interessanti rivelazioni sui rapporti nell’ambito dell’industria di armamenti tra Italia ed Egitto.
In primo luogo sarebbe infatti previsto l’acquisto di 24 velivoli da addestramento M-346 prodotti da Leonardo per un valore complessivo che si aggira tra i 370 e 400 milioni di euro; in secondo luogo la partnership tra Italia ed Egitto prevederebbe la costruzione di fabbriche e officine di armamenti nel paese nordafricano allo scopo di produrre localmente armi, sia terrestri sia marittime, da vendere agli altri Stati del Golfo e africani con lo scoop di consentire all’Egitto di diventare un centro regionale in materia di industria bellica.
Complessivamente, secondo l’autorevole periodico online, il volume complessivo tra Italia ed Egitto raggiungerà circa 11 miliardi di euro consentendo all’Egitto di diventare uno dei maggiori importatori di armi a livello internazionale. D’altra parte il volume degli affari tra i due paesi nel settore degli armamenti è triplicato rispetto al 2018. Se infatti l’importo complessivo nel 2018 era di circa 69 milioni di euro nel 2019 ha raggiunto quasi 240 milioni di euro.
In ultima analisi in questa vicenda è certamente la ragion di Stato e non la salvaguardia dei diritti umani ad aver avuto la meglio, come dopotutto era prevedibile. Pecunia non olet.