Egitto. Dalla Francia un continuo flusso di armi

di Giuseppe Gagliano

Uno dei paesi europei che ha maggiormente sostenuto l’attuale regime di Abdel Fatah al-Sisi è stato la Francia. Nel luglio 2013 Egitto e Francia intrattennero relazioni commerciali stabili ma modeste: dati ufficiali della relazione del 2015 al Parlamento sulle esportazioni di armi dalla Francia mostra il valore degli ordini egiziani effettuati con i produttori francesi che hanno raggiunto 245,3 milioni di euro nel periodo 2009-2013. Grazie ad un accordo di difesa firmato nel 2005, i due eserciti hanno partecipato a 70 esercitazioni militari congiunte nel 2016, e la Francia ospita regolarmente ufficiali egiziani nei suoi centri di addestramento. Il ritorno al potere dei militari ha trasformato queste relazioni bilaterali, consentendo alla Francia di affermarsi in pochi anni come il principale esportatore europeo di armi pesanti in Egitto. Mentre per la società civile egiziana il colpo di stato del luglio 2013 ha inaugurato un’ondata di repressione senza precedenti nella storia moderna del Paese, per i produttori di armi le autorità francesi hanno effettivamente dato il via a serie di vendite rilevanti che consentirebbero loro di salvare il bilancio militare e l’inizio di una luna di miele diplomatica che ha dato il sostegno della Francia al regime di al-Sisi sotto il mandato presidenziale prima di Francois Hollande e poi di Emmanuel Macron.
L’arrivo al potere di al-Sisi, ex direttore dell’intelligence militare, era tra le altre cose un’opportunità per la Francia di formare una partnership speciale con i servizi di intelligence egiziani. Da allora Parigi ha fortemente sostenuto il Cairo
fornendole enormi quantità di informazioni su diversi casi che sono fondamentali per il regime. Il 22 gennaio 2018 Bernard Emié, direttore del DGSE, è diventato il primo capo dell’intelligence straniera a incontrare il nuovo capo ad interim dell’intelligence generale egiziana, Abbas Kamel, nominato quattro giorni prima.
Tra il 2010 e il 2014 le consegne di armi francesi in Egitto sono aumentate da 39,6 milioni di euro a 838,4 milioni e gli ordini in questo periodo hanno superato il miliardo di euro. Nel 2015 e 2016 le vendite sono aumentate ulteriormente, con consegne di armi del valore di 1,2 miliardi di euro nel 2015 e 1,3 miliardi nel 2016.
Durante il periodo 2012-2016 le consegne di armi in Egitto hanno quindi totalizzato oltre il 10% delle esportazioni totali di armi francesi. Gli ordini sono aumentati nel 2015 con la firma di due importanti contratti per un valore di oltre 6,4 miliardi di dollari. Questi due contratti da soli rappresentavano più della metà di tutti gli ordini in Francia nel 2015 e hanno reso l’Egitto per la Francia il terzo cliente più importante per il periodo 2011-2015, dietro Arabia Saudita e India. Il governo francese
ha parlato di uno “straordinario risveglio” della cooperazione militare con l’Egitto, le cui autorità sono diventate così, in pochi anni, un grande partner militare per la Francia nonostante le repressioni dell’opposizione e l’instabilità cronica che ha segnato lo sviluppo politico dell’Egitto.
Entrando nel dettaglio la Francia ha venduto navi da guerra maestrale (DCNS), fregate FREMM (DCNS), cannoniere (Gowind), aerei da combattimento Rafale, missili aria-aria Mica e missili da crociera SCALP (MBDA), e due aerei ASM. Un arsenale militare convenzionale progettato ufficialmente per la lotta al terrorismo è stato venduto alle forze armate egiziane, che avevano affrontato una crescente insurrezione armata nel Sinai. Insieme a queste armi pesanti sono state anche rilasciate licenze di esportazione in Egitto per armi leggere e di piccolo calibro e veicoli blindati. Tra il 2015 e il 2016 è aumentato il valore delle licenze di esportazione in Egitto per le armi leggere e di piccolo calibro. Tra il 2011 e il 2017 quasi 90 macchine per la produzione munizioni di vari calibri identiche a quelle usate dalla rivolta egiziana dalla polizia sono state fornita al Cairo dalla società francese Manurhin. Infine Renault Trucks Defense (RTD) ha consegnato oltre 200 veicoli corazzati all’Egitto tra il 2012 e 2014. Secondo lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) e il Registro delle Nazioni Unite sui dati sulle armi convenzionali, il governo francese ha autorizzato la vendita e la consegna in Egitto di oltre 100 Renault Sherpas tra il 2013 e il 2015 (18 sono stati consegnati nel 2012; 96 nel 2013) e trasferito 77 “veicoli tattici” che sono stati fotografati in azione durante le repressioni della polizia contro i manifestanti in Egitto.
Oltre a questo arsenale militare e di polizia convenzionale il governo francese ha autorizzato la vendita da parte delle compagnie francesi al regime egiziano durante lo stesso periodo di varie attività di sorveglianza come sistemi e moduli per intercettare comunicazioni. Queste tecnologie intrusive sono state integrate dalla vendita da parte di varie società francesi (IDEMIA, THALES) di sistemi di raccolta e protezione dei dati personali. Inoltre la Francia ha dato all’Egitto strumenti militari adattati alla guerriglia urbana: la maggior parte delle armi e i veicoli forniti all’Egitto sono infatti attrezzati e orientati al controllo dei movimenti sociali e alla sorveglianza della popolazione.
Nel loro insieme queste esportazioni costituiscono frammenti di un puzzle che oggi costituisce la base di un piano di sorveglianza diffusa e di controllo della folla adottato dall’Egitto per evitare una nuova rivolta di massa come quella che ha messo fine al potere del presidente Hosni Mubarak nel 2011.