di Giuseppe Gagliano –
L’Arabia Saudita, attraverso il suo Fondo Pubblico di Investimento (PIF), ha iniettato 5 miliardi di dollari nell’economia egiziana in quella che è un’importante mossa politica ed economica, che evidenzia i legami sempre più stretti tra i due paesi e riflette una serie di obiettivi strategici regionali.
Dal punto di vista politico l’investimento del PIF si inserisce in una più ampia strategia saudita di rafforzare le alleanze regionali e consolidare il proprio ruolo di leadership nel mondo arabo. L’Egitto, il paese più popoloso del mondo arabo, ha storicamente giocato un ruolo centrale nella regione, sia per la sua posizione geopolitica che per la sua influenza culturale e diplomatica. Contribuire stabilmente alla sua economia permette all’Arabia Saudita di esercitare una maggiore influenza su un partner cruciale per la stabilità regionale e per le dinamiche politiche del Medio Oriente.
Inoltre questo investimento riflette una politica estera saudita che mira a stabilizzare i paesi arabi in difficoltà economica per evitare instabilità politica e sociale che potrebbe avere ripercussioni in tutta la regione. Il sostegno economico all’Egitto, che sta affrontando sfide significative come inflazione elevata e deficit di bilancio, può anche essere visto come una misura per prevenire tensioni interne che potrebbero avere conseguenze destabilizzanti per l’intero contesto regionale.
Dal punto di vista geopolitico l’Arabia Saudita sta anche cercando di rafforzare la propria influenza in un contesto di competizione con altre potenze regionali, come la Turchia e l’Iran, che stanno cercando di estendere la loro influenza nel mondo arabo. Il sostegno economico a paesi come l’Egitto consente all’Arabia Saudita di mantenere salde le sue alleanze e di rimanere un attore chiave nella regione.
Sul piano economico l’iniezione di capitali è un elemento cruciale per l’economia egiziana, che sta affrontando una crisi economica aggravata dalla pandemia di COVID-19, dalla guerra in Ucraina e dalla conseguente pressione inflazionistica sui beni alimentari e sull’energia. L’Egitto è altamente dipendente dalle importazioni di grano e di combustibili, e un sostegno economico esterno, come quello fornito dall’Arabia Saudita, può aiutare il paese a stabilizzare i mercati interni, ridurre il deficit di bilancio e finanziare progetti infrastrutturali.
Inoltre il PIF saudita, che gestisce un patrimonio di 925 miliardi di dollari, ha l’obiettivo di diversificare gli investimenti sauditi a livello globale, riducendo la dipendenza del paese dalle esportazioni di petrolio. Investire in Egitto offre al fondo un’opportunità di accedere a mercati in crescita, infrastrutture critiche e settori come il turismo, l’energia e la tecnologia. Gli investimenti sauditi in progetti infrastrutturali e industriali in Egitto potrebbero generare rendimenti a lungo termine e rafforzare i legami economici tra i due paesi.
Per l’Egitto gli investimenti del PIF non solo forniranno un’infusione di liquidità essenziale, ma potranno anche attrarre altri investitori internazionali che vedranno questo sostegno come un segnale di fiducia nella stabilità economica del paese. Inoltre, la creazione di posti di lavoro e lo sviluppo di progetti strategici possono contribuire a mitigare l’impatto della crisi economica sulla popolazione, riducendo il rischio di disordini sociali.
L’iniezione di 5 miliardi di dollari da parte del PIF nell’economia egiziana non è quindi solo un semplice investimento finanziario, ma una mossa strategica volta a consolidare il legame politico ed economico tra l’Arabia Saudita e l’Egitto. Dal punto di vista saudita, è un mezzo per rafforzare l’influenza nella regione e garantire stabilità, mentre per l’Egitto rappresenta un fondamentale sostegno per superare una crisi economica grave e potenzialmente destabilizzante.