Elena Kostioukovitch, ‘Putin, un megalomane che crede alle favole’

'Il suo modello è Nicola I e l’Ucraina sarà la sua Crimea'.

a cura di Gianluca Vivacqua

Dal 24 febbraio 2022 abbiamo visto spuntare in tv e sulla carta stampata falangi di putinologi, l’evoluzione aggiornata ai tempi correnti dei cremlinologi. Elena Kostioukovitch, scrittrice russa affermata e premiata in Italia, tecnicamente non può definirsi una putinologa: con il suo saggio Nella mente di Vladimir Putin (La Nave di Teseo, 2022) si inserisce piuttosto nella categoria dei “mentalisti” di Putin. Nel suo testo, come in quello di Michel Eltchaninoff, Nella testa di Vladimir Putin (E/o, 2022), la putinologia non è la disamina politica e geopolitica degli atti del presidente russo, ma è indagine dei fondamenti dell’ideologia politica di Putin e analisi della cultura putiniana. L’immagine che il n. 1 del Cremlino vede riflessa quando si guarda allo specchio: questo è il problema, direbbe Amleto-Zelensky.

– Dott. Kostioukovitch, Putin si può definire l’uomo nel cui animo volontà di restaurazione sovietica e volontà di restaurazione zarista si fondono? Lei pensa che Putin abbia dell’Urss l’idea di una grande potenza in continuità con la grandezza zarista o la vede piuttosto come sua erede?
“Nella mente di Putin c’è senza dubbio un vago desiderio di diventare il capo di qualcosa di molto grande. Probabilmente per colpa di una prolungata solitudine, sia durante la quarantena covid che per la costante paura di essere assassinato, non interagisce con le persone reali e vive in un mondo di sogni.
I suoi sogni ad occhi aperti tradiscono la mancanza di vera cultura. Legge poco. I libri a cui fa riferimento, e ai quali mi rivolgo nel mio libro cercando di capire che cosa lui ha in mente, – sono libri che Putin conosce per sentito dire, nei riassunti preparati dai suoi collaboratori. Qualcuno gli aveva raccontato che esistono delle “antiche cronache” occultate dai cattivi occidentali e rubate da tutte le biblioteche del mondo ancora nel sedicesimo secolo. Le cronache “vere e genuine” che nessuno ha visto, perché, ripeto, sono state occultate, avrebbero parlato di una Grande Russia Antica che avrebbe dominato l’intero continente europeo. Putin sembra affascinato da queste sciocchezze, forse ci crede, oppure strumentalizza questa favola, ma la vede come una specie di legittimazione per dichiarare un programma d’azione, cioè, ricostruire la “Terza Roma”, il “Mondo Russo” o la “Grande Eurasia”.
Detto questo, bisogna precisare che Putin ha una propria idea (piuttosto approssimativa) della storia russa. Quando parla, commette errori di nomi e datazioni, e si vede che non capisce la conseguenza degli eventi. In una trasmissione in diretta è stato addirittura corretto da un bambino di nove anni. Gli adulti non lo correggono probabilmente per paura, ma se ne accorgono in molti.
Nel mondo immaginario di Putin c’è una “Magnifica URSS”: un’immagine idealizzata e falsa che lui cita, rimandando gli ascoltatori ai film dell’epoca di Stalin. Ovviamente a lui piace anche lo zarismo. Non per niente si costruisce in riva al mare palazzi grandi come tutto il Cremlino, e comanda di indorare tutti i mobili e tutte le pareti in tutte le stanze in cui viene fotografato.
Si dice che abbia discusso con il suo gruppo di accoliti anche un’opzione di un passaggio della statalità russa alla forma monarchica. La popolazione oggi come oggi voterebbe per qualsiasi cosa, ovviamente. Anche per un passaggio alla monarchia. Meno male che Putin non ha un figlio erede. Ha due figlie, ma vivono sotto falsi nomi e lui non le riconosce, anche se sono nate da un matrimonio legittimo. Che razza di monarchia sarebbe allora? Tutte queste assurdità lui inserisce nei suoi discorsi.
La logica gli manca tragicamente. Oggi (il 18 gennaio) nel suo discorso di turno ha dichiarato: “abbiamo dichiarato guerra agli ucraini per porre fine alla guerra”. E ha aggiunto: “Gli ucraini sono, in realtà, russi”. Ebbene, chi sarebbe in grado di interpretare questa serie di affermazioni intrinsecamente contraddittorie?”
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– Concentrandoci sul versante zarista c’è, secondo lei, un imperatore russo che più gli assomiglia?
“Nicola I. Un tradizionalista, un tiranno. Fa erigere monumenti a questo zar dappertutto. Nicola I costruì il suo potere sull’onnipotenza della polizia politica, sulla lotta al dissenso e sulla repressione del pensiero libero. Perseguitò i migliori scrittori e poeti della sua epoca: mandò al confino Pushkin e Lermontov e mandò Dostoevskij in Siberia.
Putin, tuttavia, dovrebbe tenere presente che quel Nicola perse la guerra di Crimea iniziata nel 1854, che inizialmente considerava “facile”, e di conseguenza morì nel marzo del 1855 a causa della rabbia e della depressione che lo portarono in tomba. È un peccato che prima della morte di questo tiranno, molte persone in Crimea abbiano dovuto morire. Ora la Russia ha mosso le truppe in Crimea. Ancora una volta, m’aspetto grandi dispiaceri per il tiranno, ma mi fa pena tutta la gente che è sacrificata”
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– Nell’Urss da cui Putin effettivamente proviene, e in cui fu un funzionario di primo piano nel settore dei servizi segreti, che ruolo avrebbe potuto avere all’interno di un Politburo? Qual è il profilo di segretario del PCUS che più si avvicina a quello di Putin?
“Lui stesso, ovviamente, avrebbe sognato di essere Stalin.
Che Stalin sia il suo eroe, non ne fa mistero, e la letteratura e il cinema attuali in Russia glorificano Stalin come meglio possono.
Penso che si sappia largamente, che Stalin ha ucciso 20.000.000 di persone sovietiche completamente innocenti, che ha sterminato intere nazioni che facevano parte dell’URSS e non esistono più, e che nella Seconda Guerra Mondiale Stalin ha usato metodi che hanno causato più sofferenza al suo stesso popolo che al nemico.
In KGB Putin aveva il soprannome “la tarma pallida”. Tutti i Segretari Generali del CPSU erano dei predatori molto più vitali e corpulenti. Mi pare che Putin per quanto lo voglia, non potrà mai pareggiarli”
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– Qual è la visione che Putin ha della Russia? Qualcuno l’ha accostata a quella della Grande Germania di Hitler: è d’accordo?
“Putin stesso non avrebbe saputo rispondere a questa domanda. Sono sicura che lui sta scacciando questi pensieri dalla propria testa.
Da un lato, è innamorato dell’estetica SS e la sta implementando nel suo paese. Adorava i film in cui uomini affascinanti andavano in giro con eleganti uniformi da Oberststandartenführer.
Sicuramente gli piace la rapidità e il cinismo con cui il Terzo Reich era riuscito a conquistare il dominio in Europa, sottomettendo i democratici “morbidi e indecisi” e mettendo lo stivale sulla gola di tutti i governi più o meno liberali.
Nello stesso tempo, Putin erige le sue teorie sulla presunta antica dominazione della “Grande Russia” sull’Europa. In questa ottica, tutti gli Stati europei, compresa la Germania, sono condannati ad apparire patetici e inefficaci. La Russia sullo sfondo di questi Stati diventa enorme. In questa prospettiva, la Russia non può essere equiparata alla Germania, compresa quella nazista, ma trionfa su di essa.
Ancora una volta, non troveremo nella mente di Putin nessuna logica, nei riguardi dell’atteggiamento verso la Germania. La Germania di Hitler è per lui un modello, e insieme un oggetto di odio, e insieme un oggetto di adorazione. Purtroppo”
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