Etiopia. Addis Abeba all’Onu, ‘Truppe eritree via presto’

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Le truppe eritree schierate nella regione del Tigrè insieme alle forze armate di Addis Abeba lasceranno l’Etiopia “presto”. A dirlo è stato l’ambasciatore del Paese presso le Nazioni Unite, Taye Atske Sellasie Made, a margine di una riunione del Consiglio di sicurezza.
Sellasie Made ha riferito che in questo senso sia l’impegno del governo del primo ministro Abiy Ahmed Ali che quello degli eritrei “è estremamente chiaro”.
Asmara ha confermato la presenza di sue truppe nella regione, che si trova nel nord dell’Etiopia, proprio al confine con l’Eritrea, solo ad aprile, dopo settimane di accuse e denunce da parte di organizzazioni locali e internazionali. Stando a un report pubblicato da Amnesty International a marzo, truppe eritree avrebbero anche preso parte ad abusi e violenze “potenzialmente catalogabili” come crimini di guerra secondo l’Onu, che si sono verificati nella città di Axum e in altre località del Tigrè alla fine di novembre.
Nel corso della riunione del Consiglio di sicurezza di ieri il sottosegretario generale dell’Onu per gli Affari umanitari, Mark Lowcock, ha detto che se le violenze in Tigrè non cesseranno c’è il rischio che si verifichi una carestia non dissimile da quella che colpì l’Etiopia tra il 1983 e il 1985, che secondo stime concordanti provocò oltre 1,2 milioni di morti.
L’Etiopia ha avviato a novembre un’offensiva militare contro il partito e milizia armata che controllava la regione, il Fronte di liberazione popolare del Tigrè (Tplf). La fine del conflitto è stata dichiarata il 28 dello stesso mese con la presa della capitale Macallè. Stando a fonti concordanti, scontri a fuoco sotto forma di guerriglia sono però continuati.