Etiopia. Le truppe eritree si ritirano dal Tigrè

di Andrea Cantelmo

Uno dei tasselli più importanti dell’accordo di pace siglato in Sudafrica lo scorso novembre tra l’Etiopia e i ribelli del Tigrè sembra venire a compimento in queste ore con la ritirata delle truppe eritree dalla regione devastata da circa due anni di guerra feroce.
L’Eritrea ha giocato un ruolo molto importante in supporto alle azioni del governo federale etiope. In un primo momento le due parti hanno negato l’esistenza di una cooperazione contro i ribelli del Tigrè,, ma quando la pressione internazionale si è fatta forte il primo ministro dell’Etiopia, Abiy Ahmed, ha reso noto l’aiuto delle forze armate eritree nel conflitto.
La presenza delle forze armate dell’Eritrea era considerata dagli esperti come il più grande ostacolo all’implementazione del trattato di pace siglato tra le due parti. La preoccupazione, mostrata apertamente dalle autorità del Tigrè, diversi gruppi dei diritti umani e alcuni Paesi occidentali, era data dal fatto che le truppe eritree si erano macchiate di alcuni dei peggiori crimini contro la popolazione civile tigrina, e in alcuni casi vi sono accuse che tali reati siano stati perpetrati anche dopo la firma degli accordi di pace. Inoltre il vero nocciolo della questione era rappresentato dalla violazione di uno dei punti del trattato in merito alla sovranità e integrità territoriale etiope, poiché vi erano ancora presenti militari eritrei all’interno dei confini dell’Etiopia.
La strada per una vera e definitiva pacificazione è ancora lunga, nonostante l’importante sviluppo dato dalla ritirata delle truppe eritree. Due anni di guerra che secondo alcune ricerche hanno causato la morte di mezzo milione di persone, e che saranno difficili da dimenticare e mettere dietro le spalle. Inoltre in questo periodo le sfide per l’Etiopia si sono moltiplicate con la nascita o l’inasprimento di alcune tensioni internazionali come quella con l’Egitto per la Grande Diga della Rinascita, con il Sudan per la zona contesa di al-Fashaga e poi con i ribelli Oromo dell’Ola. A livello finanziario, oltre alla guerra con il Tigrè il governo federale ha dovuto affrontare la siccità e la crisi economica dovuta alla guerra tra Russia e Ucraina che ha fatto impennare l’inflazione a picchi di oltre il 40%. Insomma, due anni difficili per il Paese, che però potrebbe invertire la rotta e trovare una spinta propulsiva positiva in caso di una vera implementazione degli accordi di pace con il Tigrè.