Etiopia. Non decolla il Tigré per le lotte intestine nel TPLF

di Giuseppe Gagliano

La situazione attuale in Etiopia riflette una complessa dinamica geopolitica caratterizzata da conflitti regionali e rivalità interne che compromettono gravemente la stabilità del Paese. Dopo la conclusione formale del conflitto tra il governo federale e il TPLF (Fronte Popolare di Liberazione del Tigré), le aspettative di una rapida ripresa e riconciliazione nazionale sono state disattese a causa delle continue lotte per il potere all’interno delle principali fazioni politiche e militari.
Il Tigré, una delle regioni più colpite dal conflitto, si trova ora in una fase di disordine politico interno, con i leader del TPLF che lottano per il controllo del partito al governo, complicando ulteriormente la possibilità di stabilizzare la regione e gestire la fase postbellica. Questo scontro intestino indebolisce la capacità del TPLF di rappresentare il Tigré in maniera unitaria e rafforza indirettamente la posizione del governo federale, che può sfruttare queste divisioni per consolidare il proprio potere.
L’incapacità del TPLF di raggiungere una leadership coesa apre uno spazio di manovra per il governo centrale, guidato dal primo ministro Abiy Ahmed, per promuovere una politica di centralizzazione, mascherata da tentativi di pacificazione nazionale, ma che in realtà potrebbe puntare a neutralizzare ulteriormente le autonomie regionali. Parallelamente, le regioni di Oromia e Amhara sono già teatro di violenze interne, alimentate da rivalità etniche e politiche che rendono il quadro etiope ancor più frammentato. Questi conflitti locali riflettono un più ampio malcontento nei confronti del governo federale, accusato di marginalizzare alcune regioni mentre privilegia altre. La combinazione di instabilità nel Tigré e violenze in Oromia e Amhara rischia di aggravare ulteriormente le tensioni etniche, creando un circolo vizioso di sfiducia e ribellione.
In questo contesto il processo di riconciliazione nazionale appare un obiettivo sempre più lontano, poiché il governo federale sembra incapace di affrontare le radici profonde dei conflitti regionali e delle rivalità etniche, che continuano a frammentare il tessuto politico e sociale del Paese. La geopolitica etiope è ora definita da una lotta per l’equilibrio di potere tra centro e periferia, in cui le regioni cercano di preservare o espandere la propria autonomia, mentre il governo federale tenta di affermare il proprio controllo in nome dell’unità nazionale. Tuttavia, finché le dispute per il controllo politico interno non verranno risolte, il futuro dell’Etiopia rimarrà incerto, con il rischio di ulteriori esplosioni di violenza e una destabilizzazione che potrebbe estendersi oltre i confini nazionali, coinvolgendo anche i Paesi limitrofi nella fragile regione del Corno d’Africa.