di Giuseppe Gagliano –
Per il Pentagono “l’alleanza tra Stati Uniti e Filippine supera i cambi di amministrazione”. Lo hanno riferito funzionari della Difesa Usa in quella che è una dichiarazione che rappresenta un chiaro segnale dell’impegno duraturo degli Stati Uniti a mantenere una presenza forte nella regione e a sostenere i propri alleati nel fronteggiare le sfide poste dalla crescente influenza cinese.
Le Filippine occupano una posizione strategica cruciale nel Mar Cinese Meridionale, un’area che è diventata il centro delle dispute territoriali tra la Cina e diversi Paesi del Sud-Est asiatico. Questa regione non è solo un corridoio marittimo vitale attraverso il quale transitano oltre tre trilioni di dollari di commercio globale ogni anno, ma rappresenta anche un punto chiave per il controllo delle rotte di approvvigionamento energetico e di risorse naturali. Gli Stati Uniti vedono le Filippine come un baluardo contro le ambizioni cinesi, utilizzando il loro territorio per proiezioni di forza e pattugliamenti volti a garantire la libertà di navigazione.
L’impegno dichiarato dal Pentagono riflette la volontà di consolidare la rete di alleanze che Washington sta rafforzando nella regione per contenere Pechino. Gli Stati Uniti hanno bisogno di assicurarsi che le Filippine rimangano un partner affidabile, indipendentemente dalle fluttuazioni politiche interne, per evitare che il Paese cada nella sfera d’influenza cinese, come accaduto in passato con l’amministrazione Duterte.
La dichiarazione rafforza il valore del Trattato di Mutua Difesa del 1951, che impegna entrambi i Paesi a difendersi reciprocamente in caso di attacchi armati. Specificando che tale trattato si applica anche agli attacchi nel Mar Cinese Meridionale, il Pentagono invia un messaggio diretto alla Cina, sottolineando che gli Stati Uniti sono pronti a difendere gli interessi filippini contro le azioni aggressive di Pechino, come la militarizzazione delle isole e gli scontri nelle zone economiche esclusive.
Il riferimento al General Security of Military Information Agreement (GSOMIA), recentemente firmato, evidenzia inoltre l’importanza della cooperazione intelligence-militare tra i due Paesi. Questo accordo mira a migliorare l’interoperabilità delle forze armate e a garantire che le Filippine possano accedere a informazioni sensibili utili per contrastare minacce regionali. La creazione di un centro di coordinamento congiunto dimostra ulteriormente che questa alleanza non è solo simbolica, ma operativa e in continua evoluzione.
La dichiarazione invia un segnale anche ad altri alleati e partner nella regione, come il Giappone, l’Australia e il Vietnam. Gli Stati Uniti ribadiscono il loro ruolo di leader nell’Indo-Pacifico, incoraggiando una maggiore cooperazione multilaterale per contrastare la Cina. Tale approccio rafforza il concetto di un’Indo-Pacifico “libero e aperto”, promosso da Washington come pilastro della sua politica estera.
Per Pechino questa affermazione rappresenta una sfida diretta. La Cina considera il Mar Cinese Meridionale una zona di interesse strategico cruciale e percepisce il rafforzamento delle relazioni tra Stati Uniti e Filippine come un ostacolo alle sue ambizioni. La dichiarazione del Pentagono potrebbe innescare una reazione cinese, come un aumento delle provocazioni o una maggiore presenza militare nell’area, complicando ulteriormente la già fragile situazione regionale.
La dichiarazione del Pentagono sottolinea l’importanza strategica delle Filippine per gli Stati Uniti e per l’intera regione Indo-Pacifica. Questo impegno mira a garantire stabilità e sicurezza in un’area critica per gli interessi economici e militari globali, contrastando le pressioni cinesi e rafforzando la fiducia degli alleati regionali nella leadership americana. Tuttavia, il rischio di escalation rimane elevato, e il successo di questa strategia dipenderà dalla capacità di Washington e dei suoi alleati di mantenere un equilibrio tra deterrenza e dialogo.