di Giuseppe Gagliano –
Il presidente filippino Ferdinand Marcos Jr. ha chiesto alla comunità regionale una gestione comune delle divergenze territoriali e un’accelerazione dei negoziati per arrivare un codice di regolamentazione unico dei paesi dell’area in merito alla navigazione, ai confini e allo sfruttamento delle risorse.
Quello di Marcos è un tentativo di frenare le azioni assertive della Cina, che rivendica gran parte del Mar Cinese Meridionale in base a vecchie mappe storiche. Le accuse di “molestie e intimidazioni” da parte delle Filippine contro la Guardia costiera cinese sottolineano il delicato equilibrio che Manila cerca di mantenere, essendo un alleato strategico degli Stati Uniti, vincolato dal trattato di difesa del 1951, ma anche desideroso di evitare un’escalation militare nella regione.
Strategicamente il Mar Cinese Meridionale rappresenta uno snodo cruciale per il commercio marittimo globale e un’area ricca di risorse naturali, rendendolo una zona di interesse per molti Paesi, tra cui Vietnam, Malesia e Brunei, oltre alle Filippine. La mancata implementazione di un codice di condotta vincolante dal 2002 ha lasciato spazio a un’escalation delle tensioni e ad un’accresciuta militarizzazione della regione. La Cina ha infatti schierato una presenza costante di navi e infrastrutture militari nelle isole artificiali che ha costruito, mentre gli Stati Uniti continuano a pattugliare la zona con l’intento di garantire la libertà di navigazione.
La situazione crea una sfida strategica per l’ASEAN, che cerca di mantenere l’unità tra i suoi membri di fronte all’aggressività cinese, ma anche di bilanciare le pressioni diplomatiche degli Stati Uniti. L’incontro tra Marcos e il premier cinese Li Qiang durante il vertice ASEAN segna un tentativo di dialogo, ma la mancanza di progressi concreti nei negoziati lascia aperta la possibilità di un’escalation. A complicare ulteriormente il quadro geopolitico è l’intervento di potenze esterne come gli Stati Uniti, l’India e il Giappone, che durante il vertice ASEAN hanno riaffermato il loro impegno per la stabilità della regione, introducendo una cooperazione economica e di sicurezza che mira a controbilanciare l’influenza cinese.