di Guido Keller –
Uno scossone dell’ultima ora in Francia ha ribaltato le aspettative di Marie Le Pen e di Jordan Bardella, che dai gridi di gioia del primo turno sono passati in poco tempo alla delusione dell’amara sconfitta del secondo turno. Lo scenario dell’estrema destra al governo ha infatti scosso quella parte dell’elettorato, fatta anche di immigrati di seconda e terza generazione, che non si era presentata ai seggi il 30 giugno, e così con un’affluenza del 66% i francesi hanno ribaltato lo scenario premiando la coalizione di sinistra Nouveau Front Populaire, guidata dal numero uno di La France Insoumise Jean-Luc Mélenchon. La coalizione ha conquistato 182 seggi, insufficienti per governare senza allearsi (mancano 102 seggi), ma è arrivata davanti a quella del presidente Emmanuel Macron, Ensemble (168 seggi), e al Rassemblement National di Le Pen, 143 seggi.
I tre raggruppamenti sono l’uno l’antitesi ideologica dell’altro, per cui per la formazione di un nuovo governo si assisterà a forzature “contro natura”, come le ha definite il giovane Bardella, e Mélenchon ha già fatto la voce grossa pretendendo da Macron il premierato.
Anche mettendo insieme tutti gli altri numeri, in una fantasiosa forzatura per le differenze ideologiche, non si arriverebbe comunque alla maggioranza: Républicains e alleati (destra) hanno conseguito 60 seggi, altre formazioni di sinistra 13, di centro 6, i Regionalisti hanno 4 seggi e vi è un indipendente. La via più probabile quindi che Mélenchon e Macron trovino il modo per dar vita a una maggioranza, per quanto le differenze ideologiche e i programmi siano contrapposti, basti pensare che il primo vorrebbe accorciare l’età pensionabile a 60 anni e il secondo allungarla.
A caldo Le Pen ha dichiarato che “non sono delusa, abbiamo raddoppiato il numero dei deputati”, ma la realtà è che si vedeva la vittoria già in tasca e che nel Rassemblement National si respira delusione, molta delusione. Tanto che Bardella ha affermato, in un’evidente scivolata, che “ha vinto la coalizione del disonore”.
Il premier in carica Gabriel Attal ha annunciato per oggi le dimissioni, proponendo di rimanere in carica per gli affari correnti.