Francia. Nuovo incidente ad una centrale nucleare

di C. Alessandro Mauceri –

A pochi giorni dall’annuncio del presidente francese Emmanuel Macron di voler costruire nuovi impianti nucleari per la produzione di energia elettrica, un nuovo incidente si è verificato in una centrale. Nell’impianto nucleare di Tricastin, attivo da 47 anni e a poche centinaia di chilometri dal confine con l’Italia, è stata registrata un perdita di trizio, isotopo radioattivo dell’idrogeno, nelle acque sotterranee della centrale.
In un primo tempo l’Autorità per la sicurezza nucleare (ASN) ha rassicurato la popolazione dicendo che la perdita è stata contenuta e che non è stata rilevata alcuna contaminazione nelle acque sotterranee al di fuori del sito. Diversa la dichiarazione rilasciata dal gestore dell’impianto Électricité de France (EDF), che ha parlato di “evento significativo”. A conferma della gravità dell’accaduto sono stati fermati tutti gli impianti dello stesso tipo presenti in Francia, due a Civaux e due a Chooz, al confine con il Belgio, dove si trova la maggior parte degli impianti nucleari francesi. La stessa ASN ha dovuto ammettere che “circa 900 litri di effluenti contenenti trizio sono penetrati nel terreno”.
Per il raffreddamento dei quattro reattori ad acqua pressurizzata (Pwr) da 915 MW ciascuno viene usata acqua che per essere a sua volta raffreddata viene trasferita in serbatoi di stoccaggio. Il 25 novembre da uno di questi serbatoi sarebbe arrivato un segnale d’allarme che il volume libero per contenere gli effluenti trasferiti era esaurito. Per risolvere questi inconvenienti, questo genere di centrali dispone di pozzetti di recupero che possono incanalare il liquido di raffreddamento nelle grondaie di raccolta dell’acqua piovana. Ma queste, non essendo progettate per essere a tenuta stagna, comportano il rischio che questi liquami vengano riversati nel terreno. La situazione è stata aggravata dalle forti piogge che si sono riversate nella zona l’8 dicembre 2021.
Si stima che che almeno 900 litri di liquidi contenenti trizio si siano riversati fuori delle grondaie e siano sono finiti nel terreno “causando un’attività radiologica anormale”.
Rilevante il fatto che la notizia dell’ “incidente” è stata data con notevole ritardo, mentre il tempo è un fattore importante quando si parla di centrali nucleari.
L’evento segue di poche settimane un altro “incidente”. Il 5 ottobre uno degli ingegneri senior della centrale nucleare di Tricastin ha sporto denuncia contro il gruppo EDF per violazione delle normative sui siti nucleari, del codice ambientale e del lavoro mettendo in pericolo la vita degli altri. Tra gli “incidenti” segnalati l’accensione spontanea del reattore principale nel giugno 2017, l’allagamento di diversi locali tra cui uno degli edifici elettrici dell’impianto nell’estate del 2018 e altri che sarebbero stati “coperti”, “minimizzati” o “segnalati in ritardo”. A settembre 2017 i quattro reattori dell’impianto erano stati spenti dopo che l’ASN aveva rilevato problemi significativi ala sicurezza. EDF, che gestisce 56 reattori nucleari francesi, ha l’obbligo di segnalare tempestivamente tutti gli incidenti che riguardano di sicurezza all’Autorità francese per la sicurezza nucleare (ASN). Stando alle accuse riportate dai maggiori quotidiani francesi, questi incidenti si sarebbero verificati mentre l’impianto si stava preparando per un’importante ispezione per rinnovare la licenza di altri 10 anni. Il gruppo EDF ha respinto tutte le accuse e ha rifiutato di commentare “le dichiarazioni di un dipendente”. In una intervista al giornale Le Monde ha ribadito che la sicurezza degli impianti è “una priorità” e che “la trasparenza e il rispetto delle normative sono scrupolosamente applicati e rispettati su tutti i (nostri) siti”.
Una situazione che riapre la discussione (in realtà mai del tutto chiusa) sulla sicurezza di questi impianti e sulle possibili fonti energetiche alternative ai combustibili fossili.