
di C. Alessandro Mauceri –
“Fratelli israeliani, non abbiamo alibi: abbiamo ucciso 18mila bambini”. Non si tratta di un articolo pubblicato da un giornale palestinese. A dedicare questa apertura ad un articolo pochi giorni fa è stato il giornale israeliano Haaretz, ultimo spiraglio di informazione indipendente in Israele. “Possiamo raccontarci che i palestinesi se la sono cercata – scrive il quotidiano – possiamo contestare i numeri del massacro, ma la verità è che le nostre mani sono sporche di sangue”. “I bambini sono per natura innocenti di qualsiasi crimine. Sono puri. Le foto, quelle che ci rifiutiamo di vedere, dei bambini uccisi nella Striscia di Gaza, che sono già più di 18mila, non sono solo una vibrante testimonianza di un disastro in corso a Gaza. Sono anche la testimonianza del disastro che stiamo provocando lì”, si legge in un altro articolo del giornale.
Una verità che molti in occidente fingono di non vedere. L’ultimo report dell’UNRWA parla di almeno 52.653 palestinesi uccisi a Gaza e 118.897 sono stati feriti dal 7 ottobre 2023 al 7 maggio 2025, dati riportati anche dal Ministero della Salute (MoH) di Gaza e da OCHA.
La giustificazione addotta dalle autorità israeliane è ormai fuori da ogni controllo. Se prima si parlava di danni collaterali ora i commenti sono diversi. Secondo alcuni esperti nella Striscia di Gaza i bambini palestinesi vengono uccisi intenzionalmente. La guerra di Israele contro Gaza sta deliberatamente prendendo di mira i bambini: Itamar Ben-Gvir, recentemente riconfermato nel governo Netanyahu come ministro della Polizia, avrebbe difeso pubblicamente la direttiva dell’esercito di “aprire il fuoco”, dichiarando che “Non possiamo permettere che donne e bambini si avvicinino al confine… Chiunque si avvicini deve ricevere una pallottola in testa”. A gennaio il deputato e vice presidente della Knesset, Nissim Vaturi, ha detto che ogni bambino nato a Gaza è “già un terrorista, dal momento della sua nascita”.
Anche la polemica sulle parole da utilizzare per definire questa carneficina non fa più notizia. C’è chi ha cercato di convincersi che non si tratta di un genocidio ma che è comunque una strage. La verità è che gli orrori commessi dall’esercito israeliano rimangono ovattati dietro un silenzio che il Financial Times ha definito “vergognoso” e che rende molti paesi occidentali complici di quanto sta avvenendo. Non si tratta di strage e nemmeno di genocidio ma di infanticidio. “Eppure gli Stati Uniti e i paesi europei che propagandano Israele come un alleato che condivide i loro valori hanno emesso a malapena una parola di condanna. Dovrebbero vergognarsi del loro silenzio e smettere di permettere a Netanyahu di agire impunemente”, ha scritto il Financial Times.
Molti governi e media occidentali, che ogni giorno ribadiscono la condanna dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, non dicono una parola sulla strage di innocenti che va avanti da due anni nella Striscia di Gaza. L’intercessione del presidente Donald Trump non è servita a niente, se non a rendersi ridicolo con le immagini create con l’AI. Dopo una brevissima tregua, gli attacchi israeliani sono ripresi più violenti che mai. Israele ha finalmente dichiarato apertamente che l’obiettivo di tutto questo non era né la liberazione degli ostaggi né eliminare i “terroristi” di Hamas: il fine ultimo è la conquista e la piena occupazione del territorio palestinese. Gaza “sarà completamente distrutta” e la gente se ne andrà “in gran numero”, afferma un ministro israeliano di estrema destra. Gli israeliani l’hanno soprannominata Operazione Gideon’s Chariots, ma forse sarebbe più corretto chiamarla Roadmap per l’Inferno. Nella Striscia di Gaza è in atto la sistematica distruzione di intere zone del territorio. Dal 2 marzo Israele non permette l’ingresso di aiuti alimentari diretti alla Striscia di Gaza (in violazione degli accordi di diritto internazionale umanitario che anche Israele ha firmato). Nella Striscia di Gaza i funzionari del Programma Alimentare Mondiale hanno annunciato di aver esaurito le scorte alimentari il 25 aprile. Gli abitanti di Gaza affrontano la crisi della fame mentre il blocco degli aiuti si avvicina a due mesi | Notizie dalle Nazioni Unite Anche l’UNICEF ha dichiarato che gli aiuti umanitari, che sono stati l’unica ancora di salvezza per i bambini di Gaza, “stanno per esaurirsi”.
Di tutto questo nessun paese occidentale ha detto una sola parola. Anche le dichiarazioni degli esporti delle Nazioni Unite ormai non fanno più notizia. Pochi giorni fa decine di esperti delle Nazioni Unite hanno firmato e diffuso una lettera aperta nella quale denunciavano la stage di innocenti nella Striscia di Gaza. Ma di questa nota è difficile trovare copia sulle pagine di molti giornali nazionali.
Nel marzo 2024 Philippe Lazzarini, commissario generale dell’agenzia delle Nazioni Unite UNRWA, aveva scritto su X: “Questa è una guerra contro i bambini. È una guerra contro la loro infanzia e il loro futuro”. I numeri sono “sbalorditivi”, aveva scritto. A Gaza sono stati uccisi più bambini in quattro mesi che in tutti i conflitti globali dei quattro anni precedenti. Pochi giorni fa, un rapporto commissionato dalle Nazioni Unite ha confermato che Israele sta “deliberatamente infliggendo condizioni di vita calcolate per provocare la distruzione fisica dei palestinesi come gruppo”. Ma non basta. Un rapporto del 13 marzo della Commissione Internazionale Indipendente d’Inchiesta delle Nazioni Unite sui Territori Palestinesi Occupati afferma che sono stati compiuti atti deliberati contro madri e bambini, tra cui la distruzione della principale clinica per la fertilità di Gaza, la clinica Basma IVF, che è stato definito “un atto di genocidio ai sensi dello Statuto di Roma e della Convenzione sul genocidio”. E che tutto “questo è stato fatto con l’intento di distruggere i palestinesi di Gaza come gruppo, in tutto o in parte, e che questa è l’unica deduzione che si potrebbe ragionevolmente trarre dagli atti in questione”.
Ma anche di questo, nella maggior parte dei paesi occidentali di tutto questo nessuno ha parlato. Così come non ha detto nulla delle morti infantili “indirette”. La distruzione da parte di Israele delle infrastrutture mediche e di altro tipo nella Striscia ha provocato “morti indirette” per malattie trasmissibili e condizioni non trasmissibili. Ad aprile 2024 un rapporto pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers ha rilevato che oltre il 90% dei bambini di Gaza era affetto da malattie infettive. Per non parlare delle morti infantili per ipotermia.
Tutto questo è impressionante. Ma la realtà potrebbe essere ancora peggiore. Secondo un recente rapporto, Israele avrebbe scelto le aree densamente popolate da bombardare utilizzando sistemi di tracciamento basati sull’intelligenza artificiale con i quali avrebbe deliberatamente preso di mira non i terroristi ma le famiglie palestinesi.
Qualche giorno fa un gruppo di esperti delle Nazioni Unite hanno chiesto un intervento internazionale urgente per evitare l’“annientamento” dei palestinesi a Gaza. Secondo gli esperti, i paesi si trovano di fronte ad un bivio morale sul conflitto a Gaza: scegliere tra agire per fermare la violenza o assistere “all’annientamento della popolazione palestinese”, come riferisce l’Agence France-Presse (AFP). “La decisione è netta: rimanere passivi e assistere al massacro di innocenti o prendere parte alla creazione di una risoluzione giusta”, hanno detto più di 20 esperti indipendenti delle Nazioni Unite in una dichiarazione, esortando il mondo a evitare “l’abisso morale in cui stiamo precipitando”.