Gb. Johnson la spunta, non passa la sfiducia

di Elisabetta Corsi

Il premier britannico Boris Johnson si trova ancora al centro del dibattito politico, appena un giorno dopo la fine dei festeggiamenti per il giubileo di platino della regina.
Nella serata di ieri infatti si è votata una mozione di sfiducia nei suoi confronti, promossa dal suo partito, quello dei conservatori, scontenti della sua condotta soprattutto dopo lo scandalo dei party durante il lockdown. Non solo per questo motivo, ma anche per i suoi problemi di educazione, come quando disse che i richiedenti asilo sarebbero stati mandati in Rwanda e per aver forzato l’articolo 16 del Trattato con l’Irlanda del Nord, e molte altre questioni di potere.
Una mozione di sfiducia che è pervenuta da 54 membri del partito conservatore, e sarebbe stato necessario di più del 50% di voti contro di lui.
Alla fine, Boris Johnson la spunta per l’ennesima volta con 211 voti a favore, ma ben 148 contrari. Questo significa che la maggioranza comunque è spaccata e il suo posto a Downing Street non è così ben saldo, ed anzi, che si è indebolito seriamente.
Il voto in realtà verteva sul suo essere leader dei Tory ma in caso di sfiducia si sarebbe dovuto dimettere anche come premier.
Nel frattempo non sono mancate le dimissioni, prima il tory scozzese John Lamont, che era assistente della ministra degli Esteri Liz Truss, ed infine il deputato Tory John Penrose che si è dimesso da responsabile anticorruzione del governo britannico.
Il premier Boris Johnson ha dichiarato che “Oggi abbiamo la chance di mettere fine a settimane di speculazioni mediatiche e di tornare a portare avanti questo paese, da subito, come un partito unito. E’ il momento di mettere un punto e poi di concentrarsi su ciò che davvero conta per gli interessi del popolo britannico e i destini dello stesso Partito Conservatore”.