Gb. La Corte ribadisce che la Brexit debba passare per il Parlamento

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La Corte suprema britannica ha respinto il ricorso in appello del Governo per l’attuazione dell’articolo 50 dello Statuto di Lisbona senza che prima vi siano una discussione e una decisione del Parlamento.
Sconfitta quindi la premier Theresa May, la quale intendeva arrivare ad una “Hard Brexit” volta a tagliare in modo netto i rapporti con l’Unione Europea secondo lo spirito del risultato del referendum del 23 giugno 2016, quando i favorevoli al “Leave” vinsero con il 52% dei voti.
La Corte, che ha espresso il verdetto con la maggioranza di 8 giudici contro 3, ha anche stabilito che Galles, Irlanda del Nord e soprattutto Scozia non possano porre il veto. In Scozia il primo ministro Nicola Sturgeon, che è anche leader del Partito Nazionale Scozzese, sta spingendo per un referendum secessionista.
Al Parlamento le difficoltà per May arriveranno quasi certamente dalle opposizioni, le quali pretendono che con l’Ue vi sia un “pieno accesso, senza tariffe, al mercato unico“, mentre la premier ha comunicato il 17 dicembre di pensare ad una “Global Britain”, e che “la decisione di andarcene non rappresenta la volontà di essere più distanti da voi (europei, ndr.), che siete i nostri amici e i nostri vicini. Continueremo a essere partner affidabili alleati disponibili e buoni amici. Vogliamo comprare le vostre merci e che voi compriate le nostre, commerciando con voi nel modo più libero possibile”.