Georgia e Italia intensificano le relazioni. Intervista all’ambasciatore Karlo Sikharulidze

di Giuliano Bifolchi

Situata nella regione meridionale del Caucaso ed affacciata sul Mar Nero, la Georgia ha recentemente avuto ospite il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni, in una visita ufficiale voluta da entrambe le parti per migliorare i rapporti politici e le relazioni economico-commerciali. Abbiamo incontrato l’ambasciatore della Georgia Karlo Sikharulidze per conoscere le tematiche discusse in occasione della permanenza del ministro italiano e le sfide future che lo Stato georgiano dovrà affrontare.

– Il viaggio del ministro Gentiloni ha posto l’attenzione sulle relazioni italo-georgiane e sul loro sviluppo futuro. Può dirci, ambasciatore, in quali settori Italia e Georgia condividono una partnership forte e duratura ed invece in quali si cercherà in futuro di lavorare per favorirne il miglioramento?
“Per prima cosa permettetemi di sottolineare gli ottimi rapporti esistenti tra Italia e Georgia, paesi che hanno un’amicizia esemplare e duratura nel tempo, messa in risalto proprio dal recente viaggio di Gentiloni, La prima visita ufficiale di un ministro degli Esteri italiano nei 25 anni di indipendenza georgiana. Vorrei inoltre ringraziare fin da subito personalmente ed a nome del popolo e del governo georgiano il ministro Gentiloni per il gesto che piò essere visto come buon auspicio per un rafforzamento delle relazioni italo-georgiane.
Nella sua permanenza in Georgia il ministro italiano ha avuto un’agenda fitta di incontri che ha permesso di porre l’accento sulla collaborazione politica ed economico-commerciale italo-georgiana. Gentiloni ha infatti incontrato il nostro primo ministro, il ministro degli Esteri georgiano ed il presidente, ha sottoscritto l’accordo di cooperazione nell’ambito della promozione e preservazione culturale ed ha concordato con il ministro degli Esteri georgiano l’organizzazione annuale di consultazioni bilaterali tra i due ministeri a livello di vice ministri.
Il ministero degli Esteri georgiano con l’ambasciata d’Italia a Tbilisi ha organizzato per l’occasione un evento molto importante che ha visto la partecipazione della delegazione italiana e dei rappresentanti del mondo politico, diplomatico e dei media georgiani che hanno interagito con Gentiloni focalizzando l’attenzione sulle sfide globali ed europee future come ad esempio il problema dell’instabilità del Medio Oriente, il terrorismo e l’immigrazione.
Grande attenzione è stata data anche alla questione energetica ed ai progetti TAP e TANAP che coinvolgono direttamente la Georgia ed interessano principalmente l’Italia”.

– In materia di rapporti economico-commerciali, quali sono i vantaggi che il suo paese offre al mondo imprenditoriale italiano ed agli investitori esteri?
“La Georgia può offrire all’Italia un ambiente favorevole per il business: il nostro paese rappresenta un mercato di quasi 5 milioni di consumatori e, seppur piccolo, può fornire ottimi vantaggi al mondo imprenditoriale, se analizzato profondamente. Per esempio, per registrare un’azienda in Georgia l’imprenditore necessita solamente di qualche ora, possibilità data dal nostro governo il quale ha identificato la promozione degli investimenti come uno dei principali obiettivi da perseguire.
La Georgia ha inoltre accordi di libero scambio con tutti i paesi dell’ex Unione Sovietica, Russia compresa, che permettono alle imprese italiane di usufruire di un mercato di consumatori di quasi 300 milioni di persone a cui si devono aggiungere gli accordi con la Cina in ottica della strategia avviata da Pechino denominata One Belt, One Road e conosciuta anche come la Nuova Via della Seta.
Sono profondamente sicuro che questa visita avvicinerà maggiormente il mondo della piccola e media imprenditoria (PMI) e le grandi aziende italiane all’ambiente economico georgiano; per supportare questo processo il prossimo anno il nostro primo ministro visiterà l’Italia partecipando ad un business forum presso la Farnesina, dove le imprese italiane potranno incontrare direttamente quelle georgiane”.

– Quando parliamo di economia dobbiamo analizzare anche la sicurezza regionale. Dopo il conflitto russo-georgiano dell’agosto 2008, il paese continua ad avere rapporti difficili con la Federazione Russa per il riconoscimento e supporto di Mosca all’indipendenza di Abkhazia e di Ossezia del Sud. In che modo gli attriti tra Tbilisi ed il Cremlino influenzano la sicurezza regionale e quali sono le motivazioni di un simile scontro?
“Vorrei sottolineare che l’Italia riconosce e sostiene l’integrità territoriale della Georgia a fronte dei problemi legati al separatismo di Abkhazia e Ossezia del Sud, motivo ulteriore che rafforza i legami italo-georgiani e che permette di pensare positivamente sul futuro e sulla risoluzione di questa problematica.
Se analizziamo l’attuale situazione regionale, diplomaticamente parlando la Russia è un vicino molto difficile per noi che ha sempre sostenuto il separatismo in Georgia fin dagli inizi degli Anni ’90, arrivando ad occupare più del 20% del nostro territorio. Il governo di Tbilisi sta cercando di attuare una politica pragmatica con Mosca con l’obiettivo di far comprendere alla Russia i vantaggi di un paese vicino unito ed economicamente sviluppato come quello georgiano rispetto ad uno stato diviso internamente ed instabile.
Attualmente sono due i format di dialogo con il nostro vicino russo: i Colloqui di Ginevra, in cui parliamo con la Russia e la Comunità Internazionale, e l’inviato speciale del primo ministro della Georgia per le questioni con la Federazione Russa. Al giorno d’oggi però esistono sfide maggiori che preoccupano il mondo come il terrorismo, i flussi migratori, il cambiamento climatico e quindi in tale situazione i governi devono avere un approccio più ponderato. La stessa Georgia sta cercando di affrontare i problemi nazionali evitando lo scontro militare e l’utilizzo della forza per riconquistare i propri territori, ma confidando nel processo diplomatico e nell’evoluzione storica degli eventi.
Allo stesso tempo stiamo cercando di convincere i nostri fratelli abcasi ed osseti che vivere all’interno della Georgia unita è la soluzione migliore per il loro futuro perché si è più forti uniti che divisi. Il XXI secolo può offrire tantissimi benefici per il nostro popolo e quindi abcasi ed osseti, che ricordo sono cittadini del nostro paese, potranno usufruire degli stessi vantaggi”.

img_1819– Mosca ha tuttavia accusato la Georgia di essere un “territorio fertile” per i foreign fighters rappresentati in primis da combattenti nord caucasici, in special modo ceceni, che vivono nella Gola del Pankisi oppure da cittadini musulmani della Repubblica autonoma di Adjara, andati a combattere tra le file dello Stato Islamico. A queste accuse sono stati aggiunti i timori derivanti dal traffico di materiale chimico e nucleare tra Armenia e Georgia che potrebbe essere trasportato in Medio Oriente oppure verso l’Europa. Come risponde il suo Governo a tali affermazioni?
“Non posso condividere le affermazioni della Russia perché il terrorismo non ha nazionalità e, se dovessimo adottare in generale la logica russa utilizzata per la Georgia, allora tutto il mondo potrebbe essere considerato territorio fertile per il terrorismo.
Il nostro paese fa parte delle organizzazioni internazionali ed è impegnato nella lotta al terrorismo tramite strutture specializzate le quali cooperano con quelle degli altri paesi per affrontare questa minaccia globale. Quindi, a fronte di questo nostro impegno e lavoro unito anche alla mancanza di prove a sostegno delle accuse russe, è possibile dire che la Georgia presenta un elevato livello di sicurezza e continuerà a vigilare sul proprio territorio condividendo gli sforzi congiunti dell’intera comunità internazionale”.

– La Georgia ha intrapreso un percorso di avvicinamento all’Unione Europea e alla NATO. Quali sono le motivazioni che hanno spinto il suo paese a guardare verso occidente e recidere i legami politici con il passato russo? Inoltre, crede che le recenti elezioni americane e la figura di Donald Trump potranno cambiare le prospettive future della NATO e quindi anche la politica estera georgiana?
“L’integrazione della Georgia nella Alleanza Atlantica e nell’Unione Europea è il nostro obiettivo maggiore perché questa è la scelta del popolo georgiano e quindi è irreversibile. In questo momento il nostro paese ha ottimi rapporti con l’Alleanza Atlantica e la nostra priorità è di avere più NATO in Georgia e più Georgia in NATO e questo è dato dalla nostra visione, dalle nostre priorità e dal nostro pensiero di sicurezza che è indipendente dalle volontà di qualsiasi paese, inclusa anche la Federazione Russa. La sovranità e la possibilità di decidere del proprio futuro è un diritto di ogni stato e non rappresenta una minaccia per gli altri: al giorno di oggi niente sta succedendo in Georgia che possa minacciare la Russia.
Parlando delle elezioni statunitensi, innanzitutto devo sottolineare gli ottimi rapporti tra la Georgia e gli Stati Uniti. Fin dai primi giorni della nostra indipendenza gli Usa hanno fornito assistenza politica ed economica allo Stato georgiano che ha permesso negli anni successivi di rafforzare ed ampliare i nostri legami. Attualmente la Georgia ha il sostegno totale sia dei democratici che dei repubblicani e quindi l’elezione di Trump non minaccia i rapporti futuri.
Penso inoltre che i problemi globali siano così importanti e complessi che potranno essere affrontati soltanto attraverso la collaborazione tra Stati Uniti ed Europa basata sugli interessi reciproci. Non credo quindi che l’elezione di Trump possa cambiare l’impegno statunitense ed europeo a livello mondiale ed anche nella nostra regione”.

– In ottobre la Georgia ha assistito alle elezioni parlamentari che hanno visto la vittoria per la seconda volta consecutiva del partito Sogno Georgiano (GD) seguito dal Movimento di Unità Nazionale (EMN) con esiti elettorali che hanno dimostrato però una minore fiducia in queste due forze politiche nazionali. Crede che la vita politica georgiana verrà caratterizzata nel breve futuro da un continuo ed acceso scontro tra GD e EMN, oppure si assisterà alla nascita di un sistema multipartitico e l’affermazione di una terza forza politica?
“Le elezioni georgiane sono libere e democratiche e per la seconda volta hanno decretato la vittoria di Sogno Georgiano (GD), partito che ha già dimostrato la sua volontà di fare le riforme socio-economiche che verranno implementate in futuro attraverso una agenda già varata dal governo neoeletto.
Ovviamente il nostro Parlamento presenta delle difficoltà esistenti anche negli altri parlamenti del mondo, ma posso assicurare che GD si è impegnato per favorire quel cambiamento necessario alla Georgia che possa creare un ambiente confortevole per lo sviluppo economico e politico dei partiti. Per esempio, attualmente il governo georgiano finanzia più di 20 partiti garantendo quindi un ambiente politico multipartitico e lo sviluppo democratico del paese.
Sicuramente il tempo ci farà vedere la validità ed efficacia delle riforme da noi adottate e noi confidiamo nel nostro processo democratico e nelle scelte del nostro popolo”.