di Simone Chiusa –
L’assemblea del Partito Popolare Europeo (PPE) ha recentemente adottato una risoluzione che affronta con decisione la crisi politica e sociale in Georgia, esprimendo un fermo sostegno a quelle che vengono definite “le aspirazioni europeiste del popolo georgiano” e condannando le azioni del governo di Tbilisi.
Il PPE, il principale gruppo politico del Parlamento europeo, ha espresso profonde preoccupazioni in merito alla regolarità delle elezioni parlamentari del 26 ottobre. Secondo osservatori internazionali, tra cui l’OSCE, le elezioni sono state caratterizzate da gravi irregolarità, tra cui intimidazioni agli elettori, compravendita di voti, interferenze nei media e abuso delle risorse statali. La trasparenza del processo elettorale è risultata compromessa, e il PPE ha dichiarato che i risultati delle urne non riflettono la volontà popolare.
La risoluzione, intitolata “Political Crisis in Georgia”, critica duramente la deriva autoritaria del partito Sogno Georgiano accusandolo di ostacolare il processo di integrazione europea del Paese e di violare i diritti umani. Nel documento il PPE ribadisce il suo sostegno al popolo georgiano e sollecita il governo di Tbilisi a rilasciare immediatamente i prigionieri politici, condannando inoltre il trattamento inumano riservato ai manifestanti, spesso brutalmente aggrediti e incarcerati.
Il PPE riconosce Salome Zourabichvili come unica presidente legittima della Georgia, invitando la comunità internazionale a non riconoscere il nuovo governo e a considerare illegittima l’elezione del Presidente Kavelashvili. Inoltre, il documento esorta il governo georgiano a indire elezioni anticipate, garantendo che siano trasparenti e monitorate da osservatori internazionali. Elezioni libere ed eque sono considerate un passaggio imprescindibile per il riallineamento della Georgia ai valori europei.
La risoluzione sottolinea anche la necessità di sanzioni mirate contro i leader del Sogno Georgiano, ritenuti responsabili di gravi violazioni democratiche e dell’erosione delle libertà fondamentali. Tra le figure chiave individuate, il PPE propone di sanzionare:
– Bidzina Ivanishvili, fondatore del Sogno Georgiano e miliardario, considerato il principale artefice delle politiche del governo;
– Irakli Kobakhidze, primo ministro;
– Kakha Kaladze, sindaco di Tbilisi;
– Shalva Papuashvili, Presidente del Parlamento.
Con l’approvazione di questa risoluzione, il Partito Popolare Europeo invia un messaggio chiaro e inequivocabile alla leadership georgiana: il rispetto dei principi democratici e dei diritti umani è una condizione imprescindibile per il percorso europeo della Georgia. Condannando fermamente le violazioni accertate, il PPE ribadisce il proprio sostegno al popolo georgiano e invita la comunità internazionale a mantenere alta l’attenzione sulla crisi in atto. Elezioni libere e trasparenti, sanzioni mirate contro i responsabili della deriva autoritaria e un rinnovato impegno verso i valori europei rappresentano le uniche strade percorribili per garantire la stabilità e il futuro democratico del Paese.
I punti della risoluzione prevedono:
1. Astenersi dal riconoscere il “regime autoproclamato” del Sogno Georgiano come governo legittimo della Georgia. A tal fine, cessare di invitare i suoi rappresentanti per visite ufficiali e di consentire la loro partecipazione a forum internazionali; non riconoscere le credenziali del Sogno Georgiano nell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (PACE) per evitare di conferirgli legittimità;
2. Riconoscere Salome Zourabishvili come presidente legittimo della Georgia e unico rappresentante legittimo del Paese nelle relazioni internazionali;
3. Sollecitare lo svolgimento di nuove elezioni in un contesto elettorale migliorato, gestito da un’amministrazione elettorale indipendente e imparziale, con un’attenta osservazione internazionale, per garantire un processo realmente equo e trasparente;
4. Continuare ad imporre sanzioni mirate contro i funzionari del Sogno Georgiano responsabili del regresso democratico, delle frodi elettorali, del terrorismo di stato, delle violazioni massicce dei diritti umani e della persecuzione di oppositori politici e attivisti; in particolare, chiedere all’Unione Europea e ai suoi stati membri di imporre immediatamente sanzioni mirate a Bidzina Ivanishvili, Irakli Kobakhidze, Kakha Kaladze, Irakli Gharibashvili e Shalva Papuashvili;
5. Sostenere l’uso di tutti i meccanismi internazionali per i diritti umani, inclusi quelli dell’OSCE, del Consiglio d’Europa e delle Nazioni Unite, per indagare sulle frodi elettorali e sulla violenza contro i civili;
6. Sospendere ogni supporto finanziario e partenariato strategico con il regime del Sogno Georgiano per impedire di favorirne le azioni antidemocratiche, rafforzando invece la collaborazione con i media critici e le organizzazioni della società civile georgiana per promuovere la resilienza contro l’autoritarismo e rivedere tutti gli strumenti delle relazioni UE con le autorità georgiane;
7. Limitare severamente i contatti ufficiali a livello Ue con il cosiddetto governo e parlamento georgiani, incluse visite in Georgia che non abbiano come scopo lo svolgimento di nuove elezioni e la liberazione dei prigionieri politici;
8. Promuovere l’immediata liberazione di tutti i prigionieri politici accusati di reati amministrativi o penali che rischiano pene pluriennali, nonché l’immediata liberazione del terzo presidente della Georgia, Mikheil Saakashvili;
9. Esprimere un forte sostegno alle aspirazioni euro-atlantiche del popolo georgiano, che continua a manifestare ogni sera nelle strade delle città georgiane;
10. Convocare audizioni nei parlamenti nazionali per mantenere alta l’attenzione internazionale e il sostegno alla Georgia e alla sua lotta contro la presa di potere in stile regime russo.