Georgia. Stravincono i filorussi si Sogno Georgiano

di Enrico Oliari –

Nel 2008 al vertice Nato di Bucarest era stata stabilita l’adesione dell’Ucraina, i cui abitanti manco sapevano cosa fosse la Nato. Poi Cia e Unione Europea finanziarono le opposizioni fino ad arrivare nel 2014 a Maidan, quando con un colpo di Stato venne deposto il leader democraticamente eletto Viktor Yanukovic. Da lì al guerra del Donbass, dove alla minoranza russofona venne tolto il diritto di esprimersi nella propria lingua sulla stampa, nelle scuole e negli atti pubblici. Poi, nel 2022, ci fu l’invasione russa dell’Ucraina.
Nel 2008 a Bucarest venne decisa anche l’annessione della Georgia: il diktat di Washington di inglobare anche quel piccolo e complicato paese per accerchiare ulteriormente la Russia si è però ingrippato ieri con le elezioni della Georgia, dove oltre la metà degli elettori hanno deciso democraticamente e liberamente che la linea giusta è quella di avere rapporti di buon vicinato con la Russia, anche per non trasformare il loro paese in un nuovo Donbass.
Così gli elettori georgiani, con le scontate e persino preannunciate critiche di brogli da parte dell’occidente, hanno votato per il 54% Sogno Georgiano, il partito di governo nato filoeuropeista ma oggi non allineato, per quanto si parli di “formazione filorussa”.
Antonio Lopz-Isturiz White, capo degli osservatori del Parlamento europeo, ha descritto l’esito del voto “arretramento della democrazia”, perché o si vota per passare in Unione Europea (per quanto la Georgia si trovi in Asia), o manca la democrazia e le elezioni sono rubate o, come è stato scritto dalle istituzioni occidentali, “vi è stata pressione sui votanti ed è stato esercitato controllo sugli elettori”.
Il resto dei partiti che hanno superato la soglia del 5% per l’elezione dei 150 deputati della monocamera sono: Coalizione per il cambiamento (11%), Movimento nazionale (10%), Forte Georgia (8,81%), Gakharia per la Georgia (7,77%).