Germania. Da Merkel 50 milioni per l’assistenza dei migranti in Libia. E rimanda i suoi in Grecia

di C. Alessandro Mauceri –

Brutte notizie per la cancelliera Angela Merkel a un mese dalle elezioni in Germania: nonostante resti nei pronostici la favorita, dai sondaggi emerge che la sua percentuale è in netto calo. Una ricerca compiuta in questi giorni mostra che sono ancora poco chiari gli effetti politici che avrà la vicenda mai risolta del comparto auto, specie dopo la notizia di una nuova inchiesta per cartello a carico di Bmw, Volkswagen e Daimler. Per questo era essenziale compiere azioni per far aumentare i consensi. E in quest’ottica devono essere lette le ultime decisioni politiche prese dal governo tedesco entrambe riguardanti i migranti.
La prima è stata l’annuncio che la Germania intende destinare 50 milioni di euro a favore delle operazioni in Libia dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) e dell’Organizzazione internazionale per le migrazoni (Oim). Ad annunciarlo è stato l’Alto commissario Onu per i rifugiati, Filippo Grandi, che ha parlato di sostegno espresso dalla cancelliera Angela Merkel alle due agenzie Onu per “migliorare le condizioni e trovare soluzioni per profughi e migranti”. Un aiuto che poco dopo l’incontro con la cancellier Grandi ha definito “cruciale per aiutarci ad ampliare le attività di protezione e assistenza lungo le rotte migratorie”.
Una misura indispensabile nel momento in cui molti paesi europei, Germania in testa, hanno deciso di rimandare in Grecia i migranti che avevano accolto negli ultimi cinque anni, affermando che la responsabilità di accoglierli e concedere loro eventualmente il diritto di rimanere in Europa come proprio come rifugiati spetta al primo paese di ingresso appunto la Grecia. Una decisione basata sulla sentenza della Corte di Giustizia che ha dichiarato non valida la sospensione quinquennale decisa nel 2011 dalla Corte europea dei diritti dell’uomo e dalla stessa Corte di giustizia dell’Unione europea e motivata con le difficili condizioni economiche della Grecia, indebitata e sottoposta ai piani di salvataggio internazionale. A luglio scorso, una sentena della Corte invece, ha ribadito che la regola di Dublino vale a prescindere dalla crisi e che “per l’esame delle richiese di asilo è competente lo stato di ingresso, non quello in cui la richiesta viene presentata”.
Ciò significa che a cinque anni dalla sospensione del regolamento di Dublino, la Germania rimpatrierà in Grecia i richiedenti asilo arrivati nel paese. A dichiararlo è stato il ministro per le Politiche migratorie ellenico, Yiannis Mouzalas, nel corso di un’intervista all’emittente televisiva tedesca “ARD”: sarebbero già 392 le richieste esaminate dalla autorità greche, che hanno approvato il rientro di “un numero limitato” di richiedenti asilo dalla Germania e da alcuni altri paesi dell’Ue. “C’è stata pressione da parte di diversi paesi Ue sulla Grecia per riprendere questi rimpatri”, ha detto Mouzalas. Al ministro greco non è sfuggito però quello che potrebbe essere il vero motivo che ha spinto questi paesi a rispedire i migranti in Grecia: “Capisco che i governi dei paesi Ue vogliono mostrare risultati ai loro elettori”.
E in Germania pare fare gola alla cancelliera la possibilità di essere eletta per la quarta volta.