Germania. Migranti: accuse al governo polacco di vendere visti

di Shorsh Surme

Il governo federale tedesco ha deciso di rafforzare il controllo dei suoi confini con la Polonia e la Repubblica Ceca nel tentativo di fermare l’aumento dell’immigrazione clandestina e del traffico di esseri umani, secondo la stampa tedesca, dopo che sono aumentati gli ingressi illegali in Germania quest’anno di circa il 60%.
Il ministro dell’Interno Nancy Viser ha affermato in conferenza stampa che la polizia federale “attuerà ulteriori misure flessibili e specifiche sulle rotte del traffico (di esseri umani) lungo il confine orientale e rafforzerà le forze di pattuglia nella regione di confine, con l’obiettivo di esercitare la massima pressione sui trafficanti e proteggere le persone”.
Nelle sue dichiarazioni ai giornalisti il ministro dell’Interno ha rivelato che in futuro verranno imposti controlli fissi se le nuove misure non si dimostreranno sufficientemente efficaci, e non sarà necessario informare l’Unione Europea dell’impatto dei controlli temporanei.
Germania, Polonia e Repubblica Ceca appartengono all’area Schengen, che comprende 27 paesi europei, e hanno abolito i passaporti e i controlli sull’immigrazione alle frontiere interne comuni.
Weiser ha aggiunto al quotidiano tedesco Welt am Sonntag che l’istituzione di posti di blocco temporanei di polizia ai valichi di frontiera aiuterà la Germania “a prevenire il contrabbando e la tratta di persone”. Ha affermato che l’aumento dei controlli alla frontiera dovrà essere accompagnato da ispezioni casuali della polizia.
Oltre ai controlli annunciati dal ministro degli Interni, il ministro delle Finanze Christian Lindner ha presentato al Bundestag lo stanziamento di 500 doganieri per rafforzare la sicurezza delle frontiere, ma le opposizioni esercitano pressioni sul governo affinché metta fine ai controlli.
I recenti sviluppi hanno aperto il caso della “questione dei visti falsi” tra Polonia e Germania, come notato dal cancelliere tedesco Olaf Scholz la scorsa settimana, quando ha sottolineato che Varsavia avrebbe dovuto chiarire le accuse secondo cui i consolati polacchi in Africa e Asia avrebbero venduto “visti di lavoro temporanei” a migranti per migliaia di dollari.
Il ministro degli Esteri polacco Zbigniew Rau ha risposto attraverso il suo account ufficiale sul social X che la dichiarazione di Scholz “viola i principi dell’uguaglianza sovrana tra i paesi”, nonché di “astenersi da dichiarazioni che danneggiano il Paese”.
Rau è sotto pressione politica in patria perché il presunto sistema di visti verrebbe portato avanti all’insaputa del ministero degli Affari esteri. In Polonia anche il partito di destra Diritto e Giustizia al governo si trova ad affrontare domande sul presunto processo di vendita dei visti, ormai alla vigilia delle elezioni nazionali previste per il 15 ottobre, in cui chiede il partito al potere si mobilita per il terzo mandato.
Il governo polacco ha scritto una lettera al commissario per la Sicurezza dell’Unione Europea in cui afferma, secondo l’agenzia di stampa polacca PAP, che questo scandalo è solo “un fatto mediatico esagerato, volto a screditare i nazionalisti al potere”.