Germania. Nord Stream: gli inquirenti puntano il dito contro Ucraina e Polonia

di Giuseppe Gagliano

Gli inquirenti tedeschi hanno accusato la Polonia di aver ostacolato l’arresto del principale sospettato, un istruttore subacqueo ucraino che con un commando avrebbe fatto esplodere nel settembre 2022 i gasdotti Nord Stream 1 e 2. Le due infrastrutture, di cui una non ancora resa operativa, erano state costruite per portare il gas russo in Germania. Le accuse tedesche sollevano implicazioni politiche complesse e delicate, con potenziali ripercussioni significative sulle relazioni tra i principali attori coinvolti, ovvero Germania, Polonia, Ucraina e Russia.
Le indagini degli inquirenti tedeschi, che escludono la responsabilità russa e puntano il dito verso l’Ucraina con un possibile coinvolgimento delle autorità polacche, rischiano di compromettere i rapporti tra questi paesi e di creare una frattura all’interno dell’Unione Europea in un momento in cui l’unità occidentale è cruciale nella gestione del conflitto con la Russia.
Il governo tedesco si trova in una posizione scomoda e con l’opinione pubblica perplessa, poiché se dovesse emergere un coinvolgimento diretto dell’Ucraina si aprirebbe un dibattito sull’opportunità di continuare a sostenere Kiev, considerata finora una vittima dell’aggressione russa.
La Polonia dal canto suo respinge con forza le accuse, definendole prive di fondamento e frutto di una campagna di disinformazione, mentre la leadership ucraina tende a considerare l’attacco come un’azione legittima contro un’infrastruttura strategica russa.
Questa vicenda mette in evidenza come le alleanze tra i paesi occidentali possano essere messe a dura prova da episodi di spionaggio e sabotaggio, che inevitabilmente sollevano questioni sulla fiducia reciproca e sulla trasparenza. Nello specifico l’ex capo dei servizi segreti tedeschi (BND) August Hanning ha dichiarato che, a suo avviso, i presidenti della Polonia, Andrzej Duda, e dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, erano a conoscenza dei piani per l’attacco ai gasdotti Nord Stream. Secondo Hanning operazioni di tale portata non sarebbero concepibili senza l’approvazione dei leader politici dei paesi coinvolti. Questa affermazione ha sollevato ulteriori sospetti su un possibile coinvolgimento dei due paesi nell’attacco, alimentando tensioni politiche tra Germania, Polonia e Ucraina.