Giappone. Lanciato il progetto FAST: la corsa alla fusione nucleare come chiave del futuro energetico

di Giuseppe Gagliano

Il Giappone ha ufficialmente lanciato il progetto FAST (Fusion by Advanced Superconducting Tokamak), una delle iniziative più ambiziose nell’ambito della ricerca sulla fusione nucleare. L’obiettivo dichiarato è chiaro: raggiungere la produzione di elettricità tramite fusione entro la fine degli anni 2030. Questo progetto, che si inserisce nel contesto della transizione energetica globale, promette di ridefinire il panorama tecnologico ed economico non solo del Giappone, ma anche del resto del mondo.
La fusione nucleare è un processo che mira a replicare l’energia prodotta dal sole. Un Tokamak è un dispositivo a forma di ciambella in grado di confinare un plasma ad altissima temperatura utilizzando campi magnetici generati da superconduttori avanzati. Nel caso di FAST, il design si concentra su una nuova generazione di superconduttori che promettono un’efficienza senza precedenti, rendendo il processo di fusione più stabile e controllabile.
Il Giappone non è nuovo a imprese di questo tipo: negli ultimi decenni il Paese ha investito significativamente nella ricerca sulla fusione, collaborando con progetti internazionali come ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor) in Francia. Tuttavia, FAST segna una svolta, poiché si tratta di un’iniziativa nazionale con una chiara roadmap verso la produzione commerciale di energia.
La sfida tecnica della fusione nucleare è colossale: confinare un plasma a temperature di milioni di gradi Celsius richiede tecnologie avanzate, materiali resistenti e sistemi di raffreddamento innovativi. Tuttavia, i recenti progressi scientifici fanno pensare che l’obiettivo sia finalmente a portata di mano. FAST mira a costruire un prototipo operativo entro il 2030, con l’intento di iniziare la produzione commerciale entro la fine del decennio.
Uno degli elementi distintivi del progetto è l’adozione di magneti superconduttori basati su materiali ad alta temperatura critica, che consentono di ridurre i costi operativi e aumentare la stabilità del plasma. Inoltre, il Giappone sta sviluppando soluzioni avanzate per il recupero del trizio, un isotopo fondamentale per il processo di fusione.
Se FAST dovesse raggiungere i suoi obiettivi, le implicazioni economiche sarebbero straordinarie. La fusione nucleare offre un’energia praticamente illimitata, con emissioni di carbonio vicine allo zero e un impatto ambientale minimo rispetto alle attuali tecnologie basate sui combustibili fossili o sulla fissione nucleare.
Per il Giappone, che dipende fortemente dalle importazioni di energia, la fusione potrebbe rappresentare una rivoluzione strategica. Ridurre la dipendenza dalle fonti energetiche esterne non solo rafforzerebbe la sicurezza energetica del Paese, ma rilancerebbe anche l’industria manifatturiera ad alta tecnologia, creando opportunità di esportazione per i sistemi di fusione sviluppati internamente.
A livello globale il successo di FAST potrebbe accelerare la transizione energetica, riducendo la domanda di carbone, petrolio e gas naturale. Tuttavia, una diffusione su vasta scala della fusione richiederà investimenti massicci nelle infrastrutture e nella formazione di personale qualificato, il che potrebbe rallentare i benefici economici immediati.
Il Giappone non è l’unico a investire nella fusione nucleare. Cina, Stati Uniti e Unione Europea stanno sviluppando progetti simili, spesso in competizione tra loro. Tuttavia, il vantaggio del Giappone risiede nella sua capacità di combinare ricerca scientifica avanzata con un’industria manifatturiera altamente specializzata. Il progetto FAST potrebbe quindi rappresentare un punto di svolta, mettendo il Giappone in una posizione di leadership nel settore.
Il progetto FAST rappresenta una scommessa audace per il Giappone, ma anche una grande opportunità. Se avrà successo, non solo potrebbe risolvere molti dei problemi legati alla crisi climatica e alla sicurezza energetica, ma potrebbe anche rilanciare il ruolo del Giappone come leader tecnologico globale.
Tuttavia, i costi elevati, i rischi tecnici e la complessità del progetto richiederanno un impegno costante da parte del governo, dell’industria e della comunità scientifica. Come spesso accade con le grandi innovazioni tecnologiche, la strada sarà lunga e incerta, ma il potenziale impatto di FAST giustifica pienamente l’ambizione del Giappone di puntare su un futuro energetico rivoluzionario.