Gibuti, centro di strategie ed interessi

di Giuseppe Gagliano

Gibuti, centro nevralgico per il commercio mondiale (infatti vi passa il 40% del commercio dell’area) è storicamente una ex-colonia francese che ha conseguito l’indipendenza nel 1977. Dal punto di vista geografico Gibuti si trova nel Corno d’Africa tra lo Stretto di Bāb al-Mandab e il Golfo di Aden.
Gibuti ha acconsentito a potenze di diverso peso geopolitico (Stati Uniti, Francia, Cina, Giappone, Italia e Arabia Saudita) di installarvi infrastrutture militari.
La base cinese, che è stata inaugurata nel 2017 ed è collocata non a caso nei pressi di Dawālīh, area polifunzionale del porto di Gibuti, si trova a una decina di chilometri dalla base americana di Camp Lemmonier.
La presenza militare cinese a Gibuti ha lo scopo di tutelare le linee di comunicazione con il mercato europeo, diventato ancor più importante dopo l’avvio della economica con gli USA. Infatti una parte considerevole delle importazioni di greggio di origine sudanese e nordafricana cinesi passa attraverso lo Stretto di Bāb al-Mandab. Inoltre consente alla Cina di sostenere l’Etiopia, che dopo aver conseguito l’indipendenza dalla Eritrea, ha rivolto la sua attenzione a Gibuti poiché è rimasto l’unico sbocco sul mare. Ebbene la Cina ha finanziato la costruzione di una linea ferroviaria che collega Gibuti all’Etiopia anche per difendere la realizzazione di una zona franca posta in essere nel 2016.
D‘altronde la Import-Export Bank of China ha concesso prestiti a Gibuti di circa un miliardo di dollari grazie ai quali intende, fra l’altro, investire nel porto di Doraleh Multipurpose e nel sistema di condutture idriche Gibuti-Etiopia.
Dei paesi europei la presenza francese è certamente quella più importante. La Francia è presente con le Forces Françaises Stationnées à Djibouti (Ffdj), composta sono da 1.400, da un distaccamento dell’aviazione dell’Esercito con una base aerea in cui sono presenti anche cacciabombardieri Mirage, una base navale, un centro per l’addestramento al combattimento nel deserto (Centro d’Entraînement au Combat et d’Aguerrissement), e infine un centro di spionaggio elettronico gestito dalla Intelligence francese. Nello specifico Gibuti consente di porre in essere uno stretto legame geostrategico con le tre basi francesi negli Emirati Arabi Uniti e con i possedimenti nella zona sud dell’Oceano Indiano. A tale proposito è necessario tenere presente che la Francia è strettamente legata agli Emirati grazie ad accordi militari. Si pensi ad esempio al fatto che la Francia ha una base aerea permanente ad al-Dhafra, che sorge all’estremità orientale fra Gibuti e l’Oceano in un’area ricchissima di petrolio, uranio, diamanti, gas e oro.
Le forze americane sono concentrate a Camp Lemonnier, un’ex caserma della Legione straniera francese, che è la sede della Task Force Horn of Africa. A Camp Lemonnier sono presenti circa 4 mila militari statunitensi e unità della CIA supportati da circa mille mercenari. Inoltre gli USA sono presenti anche con cacciabombardieri F15E e con droni armati Predator che hanno un raggio di azione che comprende soprattutto Somalia e Yemen e che decollano dall’aeroporto militare di Chabelley.
Per quanto riguarda il nostro paese il ruolo è assolutamente marginale rispetto a quello rivestito dalla Francia, che dimostra di avere una politica internazionale, in particolare marittima, lungimirante.
Per quanto riguarda la Cina e la sua presenza a Gibuti non solo il Dragone conferma le sue ambizioni globali ma dimostra la sua capacità di muoversi nei più diversi scacchieri in funzione non solo dei suoi interessi ma anche con lo scopo di contrastare e contenere l’egemonia americana.
In terzo luogo l’Africa si conferma un continente fondamentale per la potenza asiatica cinese. Infatti in pochi anni è diventata il primo partner commerciale dell’Africa sia grazie all’istituzione del Forum on China Africa Cooperation (FOCAC),sia grazie alla presenza di ambasciate in quasi tutti gli stati africani sia soprattutto grazie allo sviluppo della nuova iniziativa One Belt One Road. Questa centralità nel passato fu conseguita prima dal mondo arabo e poi dalle potenze europee (pensiamo alle decisioni che vennero prese alla Conferenza di Berlino fra il 1884-85 ed in particolare all’articolo 34) e fu determinata sia dalla sua collocazione geografica sia dalla presenza di fondamentali materie prime, risorse umane e giacimenti: nel passato schiavi, oro, avorio e spezie nel presente petrolio, diamanti e uranio.