di Alberto Galvi –
La Grecia da mesi che sta cercando di persuadere la Germania a interrompere la vendita di sottomarini alla Turchia. La Germania aveva svolto il ruolo di mediatore durante la disputa sul Mediterraneo orientale e in precedenza aveva respinto le richieste della Grecia di introdurre misure contro la Turchia.
Nonostante le tensioni con l’Europa in corso, lo scorso mese il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas si è opposto alla richiesta della Grecia di imporre un embargo sulle armi alla Turchia.
La Grecia e la Turchia hanno una disputa sullo status territoriale e sulle acque del Mediterraneo, si veda il caso di Cipro, e sulle riserve di petrolio e gas sottostanti. Il potenziale energetico del Mediterraneo orientale ha attirato gli altri paesi vicini tra cui Italia, Francia e Gran Bretagna.
Atene e Ankara hanno avviato nel 2002 colloqui esplorativi per discutere le questioni nel Mediterraneo orientale, ed i colloqui si sono tenuti regolarmente fino al 2016, ma da allora entrambe le parti hanno avuto riluttanza a sedersi al tavolo dei negoziati in quanto sono in disaccordo su diverse questioni.
La Turchia ha respinto le rivendicazioni sui confini marittimi avanzate dalla Grecia e dall’amministrazione greco-cipriota, sottolineando che queste pretese eccessive violano i diritti sovrani sia della Turchia che della TRNC (Repubblica Turca di Cipro del Nord).
La Turchia continuerà l’esplorazione energetica nelle acque contese del Mediterraneo orientale, dove lo scorso agosto si sono scontrate 2 fregate: la greca Limnos e la turca Oruc Reis, portando vicino a uno scontro militare i due membri della Nato.
Il primo dei sei sottomarini di progettazione tedesca destinati alla Turchia dovrebbe entrare a far parte della flotta il prossimo anno. Seguiranno nei prossimi anni altri cinque sottomarini di classe Reis del valore complessivo di circa 4 miliardi di dollari.
Il mese scorso la Grecia ha chiesto all’Ue di imporre un embargo sulle armi alla Turchia, ma Spagna, Germania e Italia hanno respinto la richiesta.
Nel Mediterraneo orientale le tensioni navali si sono recentemente calmate, e a giugno il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis e il presidente turco Erdogan si sono incontrati a margine del vertice della Nato a Bruxelles, impegnandosi entrambi nei prossimi mesi a non tenere esercitazioni navali.