Guatemala. La Corte costituzionale ha posto fine alla campagna presidenziale di Pineda

di Alberto Galvi

A solo un mese dall’inizio delle votazioni, la Corte costituzionale del Guatemala ha deciso di porre fine alla campagna presidenziale del candidato Carlos Pineda. Questi, del Prosperidad Ciudadana, aveva fatto appello alla più alta Corte del paese dopo che un giudice aveva sospeso la sua candidatura una settimana fa, adducendo il mancato rispetto delle leggi elettorali.
La Corte costituzionale ha confermato la sentenza del tribunale di grado inferiore, la quale ha stabilito che Pineda non ha raccolto le firme dai delegati del partito e non ha presentato i rapporti finanziari richiesti, come prevede il processo di nomina. La decisione ha provocato una risposta infuocata da parte di Pineda. Con la sua uscita dalla corsa, i principali contendenti sono l’ex first lady Sandra Torres, il diplomatico in pensione Edmond Mulet e Zury Rios, figlia di un ex dittatore.
Pineda è il terzo candidato ad essere squalificato dalle elezioni presidenziali del 25 giugno. La sua squalifica segue quella del collega conservatore Roberto Arzú. All’inizio di quest’anno anche una candidata indigena di sinistra, Thelma Cabrera, è stata esclusa dalla corsa dopo che il suo compagno di corsa, l’ex funzionario per i diritti umani Jordán Rodas, è stato ritenuto non idoneo. Inoltre l’amministrazione del presidente uscente Alejandro Giammattei è oggi accusata di soffocare il dissenso in Guatemala. Sotto Giammattei sono fuggiti dal paese circa 30 esperti legali e funzionari anticorruzione, inclusi giudici e avvocati. Molte di queste figure hanno legami con l’ormai chiusa CICIG (Commissione internazionale contro l’impunità in Guatemala).
Alle elezioni di giugno Giammattei non è ricandidabile, ma il suo partito conservatore, Vamos, ha un candidato in lizza: Manuel Conde. Nessun partito politico guatemalteco tuttavia è mai riuscito a vincere due elezioni presidenziali consecutive. Si prevede che in questa tornata elettorale competano circa 30 partiti politici.