Guinea. Il giacimento di ferro che potrebbe cambiare il destino del paese

di Giuseppe De Santis

Nel sud della Guinea c’è quello che molti pensano sia il più grosso giacimento di ferro del mondo, contenente 2800 miliardi di tonnellate di ferro di alta qualità. La giunta militare che governa il paese è intenzionata a sfruttare la risorsa al fine di ottenere benefici economici per la popolazione.
Il progetto è stato approvato diversi anni fa, ma la mancanza di infrastrutture, dispute riguardo i diritti di sfruttamento e cambiamenti di regime hanno fortemente ritardato la sua attuazione. La giunta militare conta ora di avviare l’estrazione del ferro entro fine anno.
Il progetto, dal costo di 15 miliardi di dollari, prevede tra le altre cose la costruzione di una linea ferroviaria di 600 chilometri per trasportare il minerale estratto nei porti, la creazione di 3 porti in acque profonde, un impianto metallurgico e migliaia di chilometri di strade.
Le autorità prevedono che verranno creati 60mila posti di lavoro.
Anche se la giunta è ottimista, sono in molti a pensare che l’attuazione del progetto richiederà tempi lunghi, dal momento che molte infrastrutture non sono state ancora costruite e gli abitanti dei villaggi vicini alla miniera protestano per i danni ambientali nei loro territori.
IL progetto è diviso in quattro blocchi: due sono posseduti da un consorzio formato dal governo della Guinea, dalla Rio Tinto e da una società cinese, mentre gli altri due saranno gestiti da una società di Singapore.