Haftar fa giungere a Tobruk mille mezzi militari, in barba alle disposizioni Onu

di Enrico Oliari

Libia carico di mezziEludendo i controlli nel Mediterraneo e soprattutto facendosi un baffo dell’embargo Onu, il generale libico “di Tobruk” Khalifa Haftar ha ricevuto un’enorme fornitura di mezzi destinati all’Esercito nazionale libico. Si tratta di 1.050 veicoli militari, tra cui mezzi blindati e soprattutto pick-up Toyota, sopra i quali verranno montate le armi.
Da Tobruk, dove ancora non è stato riconosciuto il governo mediato dall’Onu a guida Fayez al-Serraj, si è fatto sapere che 400 mezzi serviranno per combattere l’Isis nell’ormai prossima offensiva su Sirte, caposaldo dello Stato Islamico.
Non è tuttavia stata rivelata la provenienza del carico, anche se viene accreditata l’ipotesi che di mezzo ci siano gli Emirati Arabi e l’alleato di Tobruk per eccellenza, l’Egitto. Va tuttavia detto che anche la Francia sostiene in modo più o meno aperto il governo a guida Abdullah al-Thinni, tanto che “osservatori” militari francesi si trovano nella base di Benina, a Bengasi.
La figura di Haftar, che guida i militari e i miliziani di alcune tribù di quello che fino a poco fa era il governo riconosciuto “di Tobruk”, è assai controversa e proprio per questo motivo osteggiata da diverse tribù: i detrattori del generale lo considerano al soldo di Washington, dal momento che nel 1987 venne fatto prigioniero dall’esercito ciadiano in occasione della “Guerra delle Toyota”, per poi essere prelevato dalla Cia e portato negli Usa, dove vi è rimasto fino al 2011. In quell’anno ricomparve in Libia per comandare la piazza di Bengasi nell’insurrezione che ha portato alla deposizione di Muammar Gheddafi.
Potrebbe essere che la strategia di Tobruk sia quella di liberare Sirte e solo allora aprire al governo di unità nazionale, per mettere sul piatto delle trattative l’importante vittoria.
C’è da segnalare che la comunità internazionale ha sempre risposto picche alla richiesta di mezzi ed armi di Haftar, anche quando erano riconosciuti come leciti il parlamento e il governo “di Tobruk” e ancora non si parlava di un governo di unità nazionale mediato dall’Onu.