Haiti. La drammatica situazione delle violenze delle gang

Testimonianza del missionario laico Maurizio Barcaro, dell’associazione “Lakay Mwen Onlus”.

Notizie Geopolitiche –

Domenica 24 aprile, alle 4 del mattino, la famigerata banda dei 400 Mawoso ha lanciato un attacco nella zona de La Plaine, ad Haiti, per occuparla.
Le aree di Clercine, Croix-des-Bouquets, Santo, Shada, Marin e altre sono state attaccate contemporaneamente. Per arginare gli attacchi dei 400 Mawoso, diverse bande delle zone interessate, capitanate da un certo Chien Mechan (“cane cattivo”), si sono unite e da allora  continua questa guerriglia urbana. Nei primi giorni dell’operazione, si parlava di 20 morti, decine di feriti, baracche bruciate e centinaia di sfollati. 
Giorno dopo giorno scuole, negozi, banche, attività di qualsiasi tipo hanno dovuto chiudere. Tutte le strade per uscire o entrare in queste zone sono state bloccate da bande di giovani armati fino ai denti e quindi le strade sono deserte.
“Anche noi abbiamo dovuto chiudere tutto, e rintanarci in casa – racconta il missionario laico Maurizio Barcaro, dell’associazione “Lakay Mwen Onlus” -.  Ovviamente gli anziani sono tutti qui, ne abbiamo 27 in questo momento e grazie a Dio i nostri lavoratori, che abitano comunque vicino alla missione, vengono fedelmente ogni giorno.
E’ una cosa surreale sentire spari come se fossero fuochi d’artificio ogni santo giorno, ancor più surreale avere una trentina di ragazzotti armati che si presentano al portone per chiedere pallottole o armi o soldi! Siccome la missione é situata in una stradina secondaria, 30 – 40 giovani arrivavano di continuo in moto, tutti mascherati e armati e poi si toglievano la maschera, tiravano un sospiro, sorseggiavano del cleren (liquore locale), asciugavano il sudore, parlavano animatamente e dopo una decina di minuti se ne andavano. Tutti giovani dei quartieri circostanti e un paio anche ex studenti delle nostre scuole.
Dalla casa ogni giorno dal primo maggio passavano famiglie con borse, scatoloni, valigie e bambini al seguito. Famiglie che stavano scappando dalla zona per paura delle rappresaglie di questi 400 Mawsoso che hanno la fama di essere “cattivi” perché picchiano, violentano, bruciano baracche e prendono tutto.
Finalmente ci fu un’intervento della polizia la notte di venerdì 29, durò fino al mattino. Subito dopo si parlò di decine di banditi uccisi, altri catturati ma presi poi dalla folla inferocita e linciati. Scene dantesche immagino. Tutto questo, invece di frenare questi banditi, li ha inferociti ancora di più e nei due giorni successivi hanno continuato ad attaccare zone anche molto vicine alla missione con più veemenza. Scontate le carovane di decine di famiglie, che impaurite abbandonavano le loro baracche e con quattro poveri averi scappavano nelle provincie al nord del paese.
Da domenica 1 maggio le cose sembravano degenerare ancora di più. Non nascondo che da giorni volevo andarmene da qualche parte anch’io, non volevo certo coinvolgere la Farnesina (sorriso sarcastico) in quanto sta accadendo, ma le strade erano tutte bloccate ed era impossibile lasciare la casa. Mercoledì 4 maggio i miei ragazzi sono andati in giro presto al  mattino per vedere se c’era qualche apertura per passare; Wilnick, il mio braccio sinistro, è tornato dopo una mezzora e mi ha detto che avremmo potuto passare. Ho raccolto in pochi minuti un po’ di roba, sono partito con loro e siamo arrivati all’aeroporto velocemente, avevo in effetti un biglietto prenotato ma senza data per andare a Santo Domingo, ora mi trovo lì.
Appena possibile tornerò alla missione, ma nel frattempo ho riflettuto a lungo e ci sono delle problematiche che dovremo affrontare appena si tornerà alla “normalità”.
Penso anche a quale sia la vera ragione per la quale queste bande si scannano: per controllare zone dove apparentemente abbondano solo spazzatura e miseria. Penso che forse ci sono anche interessi politici dietro. Penso a come sia possibile che un governo lasci cadere lentamente tutto un paese nelle mani di banditi, e penso anche a come fanno ad avere cosi tante armi potenti. Si può pensare a tante cose, ma la realtà e che ora siamo in un periodo di vera e propria anarchia, e non è possibile vivere in tale clima. Ovviamente la notizia maggiore resta quella della guerra in Ucraina, ma ci sono situazioni molto delicate anche in altre nazioni. La comunità internazionale e pressoché silenziosa sulla situazione in Haiti..
La Fondation Lakay Mwen è passata attraverso tante prove in Haiti e anche se questa volta la pressione degli avvenimenti è enorme, passerà anche questa”.
Barcaro si rivolge poi ai sostenitori dell’associazione: “vi prego di aver pazienza se non riusciremo a presentare la “normale documentazione” nei mesi a venire. Penso che abbiate capito che la situazione richieda pazienza e elasticità. Le famiglie di Haiti stanno perdendo molto in questo tempo difficile, ma se perdono anche il vostro sostegno allora la situazione diverrebbe veramente tragica. Per favore pregate o dedicate pensieri positivi per questa terra, che sembra non conoscere mai pace”.