Hong Kong. Pechino prepara una legge sulla sicurezza: scontate proteste e reazioni

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Potrebbe non essere finita l’era delle grandi proteste ad Hong Kong, nonostante le manifestazioni si siano affievolite con il ritiro della proposta di legge sull’estradizione e con l’emergenza coronavirus.
Al Congresso nazionale del popolo, il parlamento cinese, è stata infatti depositata una proposta di legge volta a, come ha spiegato il premier Li Kequiang, “istituire solidi sistemi giuridici e meccanismi di applicazione per salvaguardare la sicurezza nazionale nelle due regioni amministrative speciali”, cioè a Hong Kong e a Macao.
Per molti ad Hong Kong si tratta di uno stratagemma volto a stringere sulle libertà cvili ed individuali, oltre che a colpire eventuali sentimenti secessionisti. Tuttavia la governatrice Carrie Lam, assai contestata durante le manifestazioni di un anno fa, si è apprestata ad affermare che lo scopo è quello di “svolgere i compiti di mantenimento della sicurezza nazionale e garantire la prosperità e la stabilità a lungo temine di Hong Kong, nel quadro del modello “un Paese, due sistemi””.
E’ proprio quel “un paese, due sistemi” ad essere costantemente eroso dalle varie iniziative del governo centrale di Pechino, così è quello che pensano le opposizioni che fin dalla Rivolta degli ombrelli di Joshua Wong, per cui in molti nell’ex colonia britannica si stanno apprestando a tornare in piazza ed a bloccare la megalopoli. Intanto a fermarli sono i provvedimenti sul lockdown, per cui il solo uscire di casa senza motivo viene a comportare sanzioni ma anche arresti.
Con Hong Kong si si è schierata, neanche a dirlo, la Repubblica di Cina (Taiwan), per cui il governo ha chiesto alla Repubblica Popolare Cinese di evitare “grandi turbolenze”; gli Usa di Donald Trump hanno invece fatto sapere di “dure reazioni” nel caso venisse introdotta una nuova legge sulla sicurezza, ma da Pechino è stato fatto sapere che “La Cina è contro le interferenze straniere su Hong Kong, dato che nessun Paese consentirebbe alle forze separatiste di mettere in pericolo la sicurezza nazionale”.

Divenuta colonia britannica dopo la Prima Guerra dell’Oppio (1839-1842), Hong Kong si espanse nel 1898 fino a comprendere il perimetro della penisola di Kowloon. In base ai trattati sarebbe rimasta britannica per 99 anni, com’è stato.
Amministrata come provincia speciale, è sede di uno dei principali centri finanziari internazionali. Conta 7 mln e mezzo di abitanti.