I paesi africani esortano gli Stati più ricchi a mantenere i loro impegni sul clima

di Alberto Galvi

A due mesi dalla conferenza sul clima COP27, che si svolgerà a Sharm El-Sheikh il prossimo novembre, i leader di diversi paesi africani si sono incontrati per la seconda edizione dell’Egitto-Forum di cooperazione internazionale.
I paesi africani hanno esortato le nazioni più ricche a mantenere i loro impegni per affrontare gli effetti del cambiamento climatico per i quali vengono ritenuti responsabili, in un quadro che vede l’intero continente africano emettere solo il tre per cento delle emissioni globali di CO2. Nonostante ciò quelle nazioni sono tra le più esposte agli effetti dei cambiamenti climatici, con siccità e inondazioni. L’Africa svolge un ruolo chiave nella cattura dei gas serra con il bacino del Congo, che ospita la seconda foresta pluviale tropicale più grande del mondo dopo l’Amazzonia.
Il ruolo del gas serra nella transizione verso un’energia più pulita sarà un punto chiave della contesa alla COP27. Le emissioni di gas serra dovranno essere rapidamente eliminate e sostituite con le energie rinnovabili. I finanziamenti per aiutare i paesi più poveri a ridurre le loro emissioni di gas serra e rafforzare la loro resilienza saranno uno dei punti centrali al summit di novembre.
L’obiettivo di lunga data per i paesi sviluppati è di spendere 100 miliardi di dollari all’anno a partire dal 2020 per aiutare le nazioni vulnerabili ad adattarsi ai cambiamenti climatici. Secondo la Banca africana di sviluppo, il continente avrà bisogno di 1,6 trilioni di dollari tra il 2020 e il 2030 per limitare i cambiamenti climatici e adattarsi agli effetti negativi che ne conseguono, molti dei quali sono già evidenti.