Il Giorno della Vittoria: l’ambasciata dell’Azerbaigian a Roma dedica una serata a Shusha

di Dariush Rahiminia * –

La regione del Karabakh – Qarabağ, in traslitterazione azerbaigiana – è tristemente nota per il conflitto scoppiato a causa dell’invasione dell’Armenia, che ha compreso anche l’occupazione dello Zangezur Orientale (insieme dei distretti di Kalbajar, Lachin, Zangilan, Gubadli e Jabrayil) degli anni ‘90, e durato fino al 9 novembre 2020, quando l’esercito della Repubblica dell’Azerbaigian, dopo una breve ma sanguinosa guerra lampo, ha finalmente liberato i suoi territori illegalmente occupati dall’Armenia per circa 30 anni. Nella notte tra il 9 e il 10 novembre 2020 la “Dichiarazione Tripartita” firmata da Azerbaigian, Armenia e Russia ha portato alla cessazione delle ostilità e, di conseguenza, tutti i territori liberati hanno intrapreso un rapido e proficuo cammino verso la modernizzazione, avviata dall’Azerbaigian. Ma una data in particolare resterà per sempre impressa nella memoria degli azerbaigiani, ovvero l’8 novembre 2020, il giorno in cui è stata liberata la città di Shusha, considerata da sempre la capitale culturale dell’Azerbaigian che per circa 30 anni era rimasta sotto occupazione delle forze armate dell’Armenia, insieme a circa il 20% del territorio del paese.
In occasione del primo anniversario di questo importante evento, rinominato “Giorno della Vittoria”, l’Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia ha organizzato, lunedì 8 novembre 2021, una serata dedicata a Shusha presso il Centro Congressi Roma Eventi, Piazza di Spagna. L’evento, moderato magistralmente dall’attrice Silvia Salvatori, ha previsto un articolato programma, con al centro la presentazione di un libro intitolato “SHUSHA”, nato dalla collaborazione tra il ricercatore di Sapienza Università di Roma, professor Daniel Pommier Vincelli e il prof. Elchin Ahmadov, docente dell’Accademia della pubblica amministrazione della Repubblica dell’Azerbaigian. L’opera ripercorre la storia della città dalla sua fondazione fino ad oggi, attraversando le diverse epoche di sviluppo e sofferenza e presentandone il considerevole patrimonio umano ed architettonico azerbaigiano, con le numerose personalità azerbaigiane illustri provenienti dalla città, arricchite da un interessante corredo fotografico, lasciando allo sbigottito lettore un panorama completo della città e della sua appartenenza all’identità azerbaigiana.
L’evento si è aperto con la proiezione di un video musicale sulle note del “Bayati-Shiraz”, girato durante il festival musicale “Khari Bulbul”, tenutosi quest’anno, dopo una lunga pausa, proprio a Shusha. Questa melodia – composta sulle note del mugham, genere musicale tradizionale azerbaigiano, che proprio a Shusha e in Karabakh ha la sua culla, e riconosciuto come patrimonio immateriale dell’UNESCO – ha un forte significato simbolico per l’Azerbaigian, poiché durante gli anni di occupazione ha espresso il dolore degli azerbaigiani sfollati di Shusha e da tutti i territori occupati, e il loro desiderio di tornare nelle proprie terre. L’apertura è stata, inoltre, delineata dalla lettura di una missiva della Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati la quale ha specificato la necessità di “valorizzare al meglio lo straordinario patrimonio artistico e culturale” di Shusha, auspicando “una pace duratura, che consenta di proseguire il processo di ricostruzione, donando stabilità e prosperità all’intera regione.”
A seguire, vi è stata la presentazione del su menzionato volume da parte del prof. Daniel Pommier Vincelli e, dopo un intervallo musicale con il brano “Qarabagh Shikastasi”, simbolo musicale del Karabakh, è stato trasmesso un messaggio video del professor Elchin Ahmadov. Il pubblico ha poi ascoltato un brano tratto dal film Schindler’s List e composto di John Williams, eseguito magistralmente dalla violinista Nasrin Mustafayeva, parte del progetto televisivo “Canta la Patria”, prodotto dalla Televisione statale dell’Azerbaigian nei territori liberati e dimostrazione del livello di distruzione del Karabakh e dello Zangazur Orientale, durante gli anni di occupazione. Ad accompagnare le note un video girato sulle rovine di Fuzuli, liberato dall’occupazione il 17 ottobre 2020. Successivamente è stato il turno dell’editore Sandro Teti, che in questi anni ha contributo con il suo lavoro a diffondere in Italia la conoscenza della cultura e della letteratura azerbaigiana, che ha letto al pubblico un messaggio del prof. Cardini, autore della prefazione dell’opera.
Il susseguente video musicale ha invece mostrato come, durante l’occupazione, i territori dell’Azerbaigian abbiano subito una sistematica distruzione delle proprie risorse naturali: è il caso anche delle naturali riserve d’acqua, come dimostrato dal video girato a Sugovushan, le quali sono state oggetto di gravi rappresaglie durante gli scontri.
Ospite d’onore è stato l’Onorevole Azer Karimli, presidente del Gruppo interparlamentare di amicizia Azerbaigian-Italia nel Parlamento della Repubblica dell’Azerbaigian, che ha ricordato come l’Italia sia stata vicina all’Azerbaigian durante e dopo i 44 giorni di guerra patriottica. Affermazioni rafforzate dall’intervento del senatore Stefano Lucidi, presidente del Gruppo interparlamentare di amicizia Azerbaigian-Italia, il quale ha sottolineato l’amicizia tra il Bel Paese e la Terra del Fuoco.
Il brano “Mondo infinito”, girato sulle rovine del distretto di Gubadli, liberato dall’occupazione il 25 ottobre 2020, ha poi introdotto il discorso dell’architetto Pietro Laureano, nel quale ha condiviso col pubblico la sua esperienza nell’ambito dei lavori ancora in corso di restauro del patrimonio storico-architettonico di Shusha, svolti in collaborazione con il Ministero della cultura della Repubblica dell’Azerbaigian.
Successivamente per sottolineare l’interculturalità dell’Azerbaigian, è stato proiettato il video dell’“Ave Maria” composta da Farhad Badalbeyli, celebre musicista azerbaigiano originario di Shusha, la quale rappresenta il rispetto dell’Azerbaigian per tutte le religioni e culture nei territori liberati, e del desiderio di vivere insieme in pace costruendo un futuro più sicuro.
Gli interventi sono stati chiusi dall’ambasciatore dell’Azerbaigian in Italia, Mammad Ahmadzada, il quale ha sottolineato la grande importanza di Shusha per il popolo azerbaigiano e raccontato come il giorno della sua liberazione dall’occupazione, sia divenuto il Giorno della Vittoria dell’Azerbaigian nella Guerra Patriottica. Tale data, ha dichiarato l’Ambasciatore, ha posto fine all’occupazione dei territori dell’Azerbaigian dall’Armenia e alla sofferenza dei profughi interni azerbaigiani, che, dopo 30 anni, hanno potuto riunirsi alle proprie terre.
Lo spettacolo si è concluso con il video del brano che ha chiuso il festival “Khari Bulbul”, dal titolo “O, Patria”, e, al termine della composizione musicale, il pubblico in sala ha potuto sentire le parole pronunciate in passato dal leader nazionale Heydar Aliyev – dove dichiarava: “Desidero andare insieme a voi a Shusha. Ci andremo. Credetemi” –, seguite dalle vittoriose affermazioni di un visibilmente commosso presidente Ilham Aliyev: “Cara Shusha sei libera. Cara Shusha, siamo tornati. Cara Shusha, ti faremo prosperare”. L’evento è proseguito con una mostra fotografica su Shusha e un ricevimento per i numerosi intervenuti.

* PhD – Sapienza Università di Roma.