Il Messico cresce. Ed è un’ottima opportunità di investimento. Intervista all’amb. Ruiz-Cabañas Izquierdo

a cura di Giuliano Bifolchi *-

messico izqeredo grandeApertura a livello mondiale, orgoglio per le proprie radici e per la propria cultura e propensione al futuro: sono questi gli elementi che saltano subito agli occhi quando si guarda il Messico, stato dell’America del Nord che per la sua posizione geografica deve essere visto come un punto di collegamento tra il mercato nordamericano e quello sudamericano.
Parlando del Messico bisogna subito evidenziare come la seconda più grande economia dell’America Latina abbia registrato negli ultimi anni un andamento economico positivo, nonostante il contesto globale in cui la crisi economica del 2008-2009 ha influito negativamente, rappresentato da una crescita pari al 2,1% nel 2014 con stime dal 2,5% al 3,5% per il 2015. Il debito pubblico nel 2014 rappresentava soltanto il 3.2% del Prodotto interno lordo (Pil) e secondo le stime di Goldman Sachs e Nomura, il Messico diverrà una delle dieci economie più importanti al mondo nel 2020.
Questi dati hanno quindi indotto Notizie Geopolitiche ad approfondire la conoscenza del paese parlandone con l’ambasciatore del Messico in Italia Miguel Ruiz-Cabañas Izquierdo, con il quale sono stati analizzati i punti di forza e di debolezza e le possibilità di investimento per le imprese italiane.

– Guardando al Messico come mercato verso cui investire si devono valutare tra i fattori di primaria importanza la sicurezza del paese, la stabilità del Governo e l’andamento economico. Parlando di sicurezza occorre approfondire la tematica inerente il problema del narcotraffico e della Guerra della Droga. Di recente ha suscitato infatti scalpore il caso dei 43 studenti della scuola di Atzoyinapa scomparsi lo scorso 26 settembre, episodio che ha portato alla ribalta le proteste dell’opposizione che accusano le autorità di immobilismo, oppure che denunciano la convivenza del mondo politico con quello del crimine. Ambasciatore, può chiarire qual è la situazione attuale della sicurezza e della guerra alla criminalità organizzata, nello specifico quella alla droga, nel paese? In che modo il Governo sta affrontando le critiche mosse dall’opposizione e come il crimine influisce sullo sviluppo economico nazionale?
Se parliamo di opposizione all’interno del Messico nessun partito sia di centrosinistra che di centrodestra ha avanzato tali ipotesi nei confronti del Governo. Per supportare tale affermazione evidenzio che Iguala e lo Stato di Guerrero, essendo il Messico una repubblica federale, sono governati proprio dall’opposizione.
Innanzitutto voglio precisare che il Governo del Messico ha criticato gli eventi di Iguala evidenziandone l’efferata ferocia che li hanno contraddistinti ed esprimendo la propria indignazione nei loro confronti; ovviamente ci sono persone, o gruppi di persone, le quali hanno utilizzato quanto accaduto per poter criticare il Governo stesso, ma queste non possono essere ricondotte a nessun partito politico messicano, anche perché la colpa o le cause di quanto accaduto agli studenti di Atzoyinapa non può essere data al Governo messicano il quale, secondo il mio giudizio, ha fatto tutto quello che era in suo potere e possibile per fare luce su quanto accaduto ad Iguala.
Lo scorso 26 marzo 2015 è stato emanato il comunicato stampa della Procura generale della Repubblica in cui si evidenziavano le 25 indagini preliminari condotte da parte dell’autorità pubblica inerenti i fatti avvenuti il 26 e 27 settembre 2014 ad Iguala e Cocula, nello Stato di Guerrero; queste indagini hanno quindi favorito gli arresti di 104 persone, 48 delle quali appartenenti alla Polizia municipale di Iguala, 16 a quella d Cocola e 40 civili legati ad un’organizzazione criminale presente all’interno dello stato. Attualmente sono stati posti sotto accusa anche il sindaco di Iguala e la moglie i quali, presumibilmente, sono stati identificati come le menti e gli ideatori di una simile barbaria. A completamento del lavoro restano 9 mandati di cattura da portare a termine, dimostrazione del grande lavoro effettuato da parte del Governo per poter fornire una risposta al popolo del Messico.
Alle indagini avviate e condotte dall’autorità si deve aggiungere la richiesta effettuata direttamente dal Governo all’Università di Innsbruck di analizzare i resti umani rinvenuti; come primo esito dell’indagine scientifica condotta dagli accademici e ricercatori austriaci è stato possibile riconoscere ed identificare soltanto una delle vittime e quindi si è deciso di procedere con un metodo differente di analisi definito “indagine mitocondriale”, il quale deve fornire ancora le sue risposte.
Concludo sull’argomento affermando che il Messico sa che deve avere piena credibilità a livello internazionale ed essendo un paese aperto al confronto ed al dialogo ha deciso di invitare la Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH) con sede a Washington per creare un gruppo di esperti indipendenti per revisionare completamente quello che è stato fatto dall’autorità messicana e per fornire un report critico in merito. Nello specifico gli esperti dovranno rivedere i piani di ricerca delle persone disperse, analizzare dal punto di vista tecnico le linee investigative per determinare le responsabilità penali e studiare il piano di sostegno completo fornito alle vittime. Come forma di supporto a tali lavori il Messico ha donato un milione di dollari alla CIDH, la quale amministra autonomamente tali fondi con l’intento di portare a termine il lavoro
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– Questa apertura alla CIDH e questa volontà di dimostrare a livello internazionale l’efficienza e la correttezza dell’operato non può essere vista come un’esposizione eccessiva nei confronti del giudizio mondiale? Perché il Messico deve provare l’efficacia del suo operato alla Comunità Internazionale mentre ci sono paesi (ad esempio gli Stati Uniti) che non hanno bisogno di un consenso mondiale oppure di un controllo del loro lavoro per gli eventi che riguardano direttamente la loro sicurezza nazionale?
Rispondendo alla prima domanda posso affermare che il Messico non ha paura di un giudizio esterno e quindi di esporsi a livello internazionale; inoltre, come affermavo precedentemente, ci sono persone che hanno utilizzato tali eventi per attaccare il Governo e quindi aprendo ad una Commissione estera il nostro paese fornisce una risposta a tali critiche ed al popolo messicano, aspetto molto più importante.
Analizzando la sua seconda domanda posso affermare che questa è una tipica visione eurocentrista; noi non crediamo che esista nel mondo un sistema che potremmo definire “due pesi due misure”, perché per noi questo non è importante. Quello che è importante per il Governo è dimostrare al popolo del Messico che quanto accaduto sia una vicenda che deve interessare direttamente il popolo messicano.
Il Messico è la quattordicesima economia globale, la dodicesima in cinque anni, siamo orgogliosi del nostro paese e vogliamo mostrare al nostro popolo, ed anche alla comunità internazionale, che le indagini sono state eseguite correttamente
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– Ampliando la tematica della sicurezza non circoscrivendola ai singoli eventi dello scorso settembre, quanto il problema del narcotraffico e della criminalità organizzata influiscono all’interno del paese e quali sono le misure intraprese dal Governo per poterlo contrastare?
Per la posizione geografica il Messico è vicino agli Stati Uniti, il consumatore più grande al mondo di droga con un profitto annuo derivante dal narcotraffico di 130 miliardi di dollari, pari alla decima parte del Pil messicano, ad esempio (1).
Se analizziamo il problema della sicurezza messicana considerando fattori di natura geografica, logistica ed economica possiamo dire che le minacce principali sono rappresentate dalla criminalità organizzata, dal passaggio della droga verso il mercato statunitense e della corruzione (come dimostra il caso di Iguala dove il sindaco è stato posto sotto accusa). Con l’intento di contrastare il fenomeno del narcotraffico e della criminalità il Governo ha quindi deciso di presentare al Congresso dieci proposte, tra cui quella in merito alla gestione di una città dove gli attori politici e l’amministrazione sono accusati di corruzione; a tal proposito il Messico ha guardato all’Italia e alla sua azione di condotta nella lotta alle mafie e quindi è stata elaborata la proposta di poter commissariare un’amministrazione locale e gestirla direttamente a livello centrale quando sono provati fenomeni di corruzione.
Credo però che il problema del narcotraffico non interessi soltanto il Messico, ma deve essere condiviso con gli Stati Uniti e con gli altri paesi della regione; in questo momento, ad esempio, nel nostro territorio ci sono alcune regioni che si caratterizzano estremamente per la violenza e per l’elevato indice di criminalità (Guerrero, Michoacan, Taumalipas), ma la restante parte del territorio presenta indici che seguono la media internazionale. Mi permetto di aggiungere che se guardiamo il tasso di omicidi per ogni 100mila abitanti, il Messico mostra un livello notevolmente inferiore rispetto ad altri paesi del continente americano e stilando una classifica si pone a metà di questa (2)
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– Passando ad analizzare le dinamiche a livello internazionale è doveroso menzionare l’ultima “Cumbre de las Americas” caratterizzata dal riavvicinamento storico tra Cuba e gli Stati Uniti nella stretta di mano tra Obama e Castro ed invece dalla manifestazione di dissenso del Venezuela contro le azioni della Casa Bianca. Quale è stata la posizione del Messico a tal proposito? Non crede che l’apertura verso Cuba e la maggiore “chiusura” verso il Venezuela da parte degli Stati Uniti possano comportare ulteriori conseguenze di instabilità socio-politica ed economica alla regione?
Parlando del nuovo rapporto tra gli Stati Uniti e Cuba bisogna dire che il Messico, tramite le dichiarazioni del presidente e del ministro degli Affari Esteri, ha accolto favorevolmente la distensione tra i due paesi per due ragioni principali:
1. Stati Uniti e Cuba sono vicini al Messico e quindi per motivazioni di natura geografica esistono tematiche che riguardano soltanto questi tre paesi, i quali hanno bisogno di confrontarsi ed avviare un dialogo per sviluppare una zona più aperta allo sviluppo economico, alla ricerca scientifica, alla risoluzione delle limitazioni delle acque nazionali e dello sfruttamento delle risorse marittime.
2. Il Messico si è sempre opposto all’isolamento di Cuba e per molti anni lo Stato messicano è stato l’unico ad avere rapporti con quello cubano, ovviamente resistendo alla pressione dell’altro vicino. La distensione dei rapporti tra Washington e L’Avana devono essere viste come una vittoria del Messico che ha sempre promosso l’apertura verso Cuba.
Rispondendo alla sua seconda domanda, credo che la Cumbre de las Americas ha dato un segnale importante nell’alleggerimento delle tensioni tra il Venezuela e gli Stati Uniti e credo che non bisogni guardare ai rapporti tra di due paesi in maniera molto allarmante.
Quest’anno il Venezuela avrà le elezioni che permetteranno di eleggere democraticamente il proprio rappresentante politico e quindi bisognerà aspettare per quel che riguarda il dialogo tra Washington e Caracas; personalmente ritengo che non tutte le strade della riconciliazione e del dialogo siano chiuse e proprio dopo gli incontri di Panama, e la posizione presa dai paesi membri della SELAC come forma di supporto al Venezuela, lo stesso presidente Barack Obama ha dichiarato il paese sudamericano non rappresenta una minaccia
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– Nel campo economico il Governo guidato dal presidente Enrique Peña Nieto ha avviato nei primi due anni di mandato una serie di riforme inerenti i settori energetico, finanziario, fiscale, telecomunicazioni con l’obiettivo di migliorare la competitività del paese e la crescita economica. Quali sono i punti chiave di tali riforme e le linee guida adottate? In che modo hanno influito sull’economia messicana e sulla crescita nazionale?
Come premessa occorre dire che il Messico fa parte delle economie emergenti, come esempio possiamo prendere il numero delle automobili prodotte dal nostro paese le quali attualmente ci rendono il quarto esportatore al mondo dopo Giappone, Germania e Corea del Sud; erano quindi necessari degli interventi che potessero continuare a sostenere la nostra crescita sia economica che sociale.
In tal senso i principali partiti politici del Congresso hanno dato il via ad un accordo politico dal nome “Pacto por México” il quale ha portato alla creazione di un pacchetto di 11 Riforme Strutturali (energia, concorrenza economica, telecomunicazioni, radio diffusione, fisco, finanza, lavoro, educazione, struttura politica, trasparenza, ricorso contro gli abusi) che si prefiggono tre grandi obiettivi:
1. Elevare la produttività del paese per stimolare la crescita economica
2. Rafforzare ed ampliare i diritti dei messicani
3. Consolidare il Regime Democratico e delle libertà.
Le riforme ovviamente hanno permesso di aprire il mercato e ridurre il potere di quelle poche aziende che agivano in differenti settori dell’economia; negli ultimi due anni, per stessa affermazione del presidente, circa 66 miliardi di dollari sono stati investiti all’interno del paese i quali rappresentano un dato notevole e superiore cinque volte rapportato a quello italiano.
C’è un grande interesse da parte delle aziende straniere nei confronti del Messico, in special modo nel settore energetico e questo è un dato tangibile ed acclarato. Inoltre il Messico ha avviato un programma per favorire l’ingresso di capitali esteri e di investitori nel settore delle infrastrutture, basti pensare al nuovo aeroporto di Città del Messico in fase di realizzazione
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– Si potrebbe definire l’economia messicana dipendente ancora dalle esportazione del petrolio e di conseguenza dagli Stati Uniti, partner principale commerciale. Facendo fede a quanto detto il Messico rischia quindi di essere legato alle variazioni economiche-commerciali degli Usa ed al prezzo del petrolio il quale negli ultimi tempi ha subito un notevole abbassamento. Quali sono le azioni del Governo per poter diversificare l’economia in modo da non renderla eccessivamente dipendente dal settore petrolifero? Esiste una politica di diversificazione economica avviata dal Governo che permette gli investimenti esteri in settori specifici?
Parlando di petrolio la caduta dei prezzi non è stata devastante per quel che riguarda il Messico perché abbiamo imparato dai nostri errori commessi nel 1986 quando le esportazioni di petrolio rappresentavano più dell’80% del nostro PIL.
Ovviamente il calo del prezzo del barile avrà un effettuo sui fondi del Governo il quale dovrà apportare una riduzione della propria spesa; nel 2014 il Messico però aveva una polizza che assicurava l’ingresso del petrolio ad 80 dollari al barile in modo da non provocare esiti devastanti dovuti ad una possibile riduzione del prezzo. Questa azione ha permesso quindi di superare la crisi, notevolmente ridotta rispetto a quella di altri paesi produttori, come ad esempio il Venezuela, ed ha contrastato l’aumento del debito il quale è rimasto stabile evitando la recessione.
Due giorni fa su
Il Sole 24 Ore è apparso un articolo in cui si affermava che la caduta dei prezzi del petrolio ha toccato il suo limite più basso e nel corso dell’anno ci sarà un incremento che farà stabilizzare il prezzo a 70 dollari al barile, fattore che comporterebbe sempre un profitto per il nostro paese favorendo ulteriormente la crescita.
Parlando invece dei settori verso cui investire posso dire che il nostro obiettivo è quello di aprire l’economia e facilitare il libero scambio, ma l’emergere di alcuni settori (industria energetica, automobilistica, infrastrutture) non è stato guidato da una politica mirata. Il nostro paese ha ricchezze sia naturali che umane, visto l’aumento della manodopera qualificata e specializzata, ed ha accordi di libero scambio con almeno 50 paesi al mondo che lo configurano come un ottimo trampolino di lancio per aziende che mirano non solo ad entrare nel mercato nazionale ma anche in quello dell’America Latina, nordamericano ed in quelli con cui il Governo messicano ha stretto accordi.
Più che un programma di sviluppo e diversificazione dobbiamo parlare, come affermavo precedentemente, di un’apertura verso l’estero favorita dagli accordi commerciali che il Messico ha avviato con i paesi più importanti al mondo, con l’eccezione della Cina
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– L’Italia è il terzo partner commerciale europeo del Messico, mentre il Messico è il secondo partner commerciale dell’Italia tra i paesi dell’America Latina. Quali sono le linee di cooperazione che si stanno perseguendo per poter incrementare i rapporti commerciali e gli investimenti? E perché una impresa italiana dovrebbe guardare al Messico come possibile area dove avviare una attività?
Lo scambio commerciale tra il Messico e l’Italia ha raggiunto nel 2014 un ammontare di circa 7 miliardi di dollari ed il nostro paese ha un registro di 1.670 società con investimenti italiani nel capitale sociale; seppure questi dati non possono impressionare per la quantità, dimostrano però come ci siano delle possibilità di interazione tra le due parti.
In primis sottolineo come l’Italia è un partner del mercato europeo ed il Messico invece del mercato nordamericano, quindi la presenza di un’azienda in un uno dei paesi apre l’accesso ad un significativo network di consumatori verso cui vendere i propri prodotti. L’Italia quindi può aiutare il Messico ad aumentare la competitività nell’America del Nord grazie al proprio elevato livello tecnologico e alla capacità imprenditoriale storica e sviluppata, mentre il nostro paese possiede una popolazione giovane e qualificata ed i capitali che lo rendono un mercato attrattivo non solo per le grandi aziende, ma in special modo per il mondo della piccola e media impresa (Pmi).
Un produttore italiano può facilmente esportare in Messico con una spesa di investimento pari a zero e ci sono reali opportunità. A dimostrazione di quanto detto porto un reale esempio di una azienda toscana specializzata nella costruzione delle chiavi di chiusura per i rubinetti dell’acqua che ne favoriscono il risparmio; tale azienda è stata acquistata ed ha avviato una partnership con un imprenditore messicano intenzionato a vendere sul mercato del nostro paese tali chiavi sfruttando una legge del Governo volta a tutelare e diminuire lo spreco di acqua. Questo dimostra che ci sono imprenditori messicani che possono venire in Italia ed investire nel vostro paese oppure avviare partnership economiche grazie ai capitali di cui dispongono.
Esistono quindi una complementarità tra Italia e Messico e reali possibilità di internazionalizzazione di impresa per quelle aziende che hanno una elevata specializzazione e “fame” di capitali che possono essere messi a disposizione dalle nostre aziende
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– A maggio inizierà l’Expo 2015 ed il Messico sarà presente con il proprio padiglione. Quale è stato il concept seguito per la realizzazione di tale struttura ed in che modo l’Expo potrebbe essere utile per gli imprenditori italiani interessati al suo paese?
Devo per prima cosa dichiarare che non sono il responsabile dell’Expo per il Messico, ma svolgo il mio incarico di ambasciatore; il padiglione messicano è stato costruito seguendo la forma di pannocchia di mais con l’intento di ricordare che il territorio messicano è stato la casa del mais, del pomodoro, del cioccolato, prodotti che oramai sono conosciuti e presenti nelle cucine del mondo.
La struttura avrà due ristoranti uno al piano terra e l’altro nella terrazza che mostreranno come e cosa mangia il messicano ed evidenzieranno un mix di tradizioni nella cucina che abbracciano il mondo della cultura precolombiana con quello della modernità. Invito tutti quanti a visitare il nostro padiglione il quale verrà inaugurato il 1° maggio, dopo l’inaugurazione ufficiale dell’Expo, verso il tardo pomeriggio.
Vorrei terminare questa intervista dicendo che il Messico, come l’Italia, è una potenza culturale che unisce la cultura precolombiana con quella spagnola ed anche con quella asiatica perché abbiamo avuto rapporti commerciali con il continente asiatico per più di trecento anni; ad esempio a Città del Messico c’è una cattedrale con influenze artistiche differenti al cui centro è posto un cerchio di ferro che proviene dalla Cina ed è datato 1718, a dimostrazione di come già nel XVIII secolo il Messico aveva un commercio con i paesi dell’Asia ed era più economico importare prodotti cinesi rispetto a quelli europei”
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Note:
(1) In merito all’indice di omicidi ogni 100 mila abitanti è possibile vedere i dati elaborato dalla Banca Mondiale a livello internazionale al seguente link ;
(2) Idem;

* Giuliano Bifolchi. Analista geopolitico specializzato nel settore Sicurezza, Conflitti ed Energia, laureato in Scienze Storiche presso l’Università Tor Vergata di Roma, ha conseguito un Master in Peace Building Management presso l’Università Pontificia San Bonaventura specializzandosi in Open Source Intelligence (OSINT). Collabora presso diverse testate giornalistiche o centri studi (Notizie Geopolitiche, ASRIE – Associazione di Studio, Ricerca ed Internazionalizzazione in Eurasia ed Africa, Eurasia – Rivista di Studi Geopolitici, 2duerighe.com, Analisi Difesa). E-mail g.bifolchi@notiziegeopolitiche.net Twitter: @BiGiuls37