di Giuseppe Gagliano –
Il mondo intero si sta armando come non accadeva dalla fine della Guerra fredda. È questa la fotografia impietosa che emerge dal più recente rapporto del SIPRI, l’autorevole istituto svedese che da decenni misura la spesa militare globale secondo la Nota d’attualità n. 684 del Centre Français de Recherche sur le Renseignement, firmata da Éric Denécé.
Il 2024 segna un’accelerazione vertiginosa: la spesa mondiale ha raggiunto la cifra colossale di 1.981 miliardi di dollari, pari al 73% delle spese militari planetarie sostenute dai primi dieci Paesi della classifica.
A guidare questa parata muscolare sono come sempre gli Stati Uniti, con un bilancio di 997 miliardi di dollari: da soli spendono più dei nove Paesi successivi messi insieme. Tre volte la spesa cinese, oltre sei volte quella russa. Il gigante americano rappresenta da solo il 66% del bilancio militare della NATO e il 37% del totale globale.
Dietro si muove la Cina con 314 miliardi, ma a stupire è soprattutto la Russia, che ha aumentato del 38% il proprio budget portandolo a 149 miliardi, raddoppiando il dato del 2015. E ciò, va sottolineato, in un’economia messa a dura prova dalle sanzioni occidentali: la spesa militare rappresenta ormai l’1% delle finanze pubbliche russe.
Colpisce anche il caso Ucraina: un Paese in guerra da oltre due anni, che spende 64,7 miliardi di dollari in armamenti, esattamente quanto la Francia, ma con un impatto sul PIL che è devastante: il 34% del prodotto interno lordo è divorato dallo sforzo bellico.
Sul fronte europeo, tre Paesi emergono per dinamismo: Germania, Regno Unito e Francia. La Germania ha aumentato il proprio budget del 28% in un anno, raggiungendo gli 88,5 miliardi (escludendo la componente nucleare). Il Regno Unito si attesta a 81,8 miliardi, mentre la Francia, pur dotata di deterrenza atomica, resta a quota 64,7.
Ma è il quadro aggregato a rivelare il peso specifico della Vecchia Europa: messi insieme, Francia, Germania e Regno Unito costituiscono il terzo bilancio di difesa mondiale, superando del 58% quello russo. A due a due, combinazioni come Germania + Regno Unito o Francia + Germania surclassano Mosca.
La corsa agli armamenti non risparmia nessun membro della NATO: nel 2024 l’Alleanza ha speso complessivamente 1.506 miliardi di dollari, pari a dieci volte il bilancio russo. I soli membri europei hanno raggiunto i 454 miliardi, e l’Unione Europea, con 370 miliardi, ha incrementato del 18% la sua spesa rispetto all’anno precedente.
Eppure secondo il SIPRI, l’Europa rimane largamente dipendente dagli Stati Uniti per gli equipaggiamenti: ben il 64% delle sue importazioni militari proviene da oltreoceano.
È la conferma di una tendenza irreversibile: la militarizzazione delle relazioni internazionali non è solo una risposta alle crisi, ma un meccanismo autoalimentato. Dove i numeri diventano politica, e le armi il linguaggio ordinario della diplomazia.