Il ruolo dell’Italia nell’alleanza “14 Eyes”

di Giovanni Caprara

L’esatta percezione del modus operandi dei centri di comando e controllo, dell’ubicazione dei siti strategici, delle linee di rifornimento, delle comunicazioni e lo stato dell’economia avversaria, sono prioritari nella conduzione della guerra. Una necessità da sempre nota, ma con l’implementazione dei sistemi d’arma e dell’innovazione tecnologica, questa ha acquisito una importanza fondamentale nei processi decisionali dei militari e politici. Di fatto, i dati dovranno essere raffinati ed utilizzati nel modo migliore possibile. In funzione dell’ascesa dello spionaggio digitale, l’accesso alle informazioni inviate attraverso i cavi sottomarini, è diventato prioritario per tutte le agenzie d’intelligence. Infatti, oltre il 90% dei documenti che viaggiano lungo i cavi in fibra ottica, stesi nelle profondità marine del pianeta, collegano i paesi di ogni continente e ad essi affidano le informazioni, anche le più sensibili. I governi, pertanto, investono risorse nella ricerca di tecnologie e metodologie volte ad assicurare l’acquisizione e la selezione dei dati. Tra i programmi speciali per il monitoraggio del cyber spazio, detto Mastering the Internet e Global Telecoms Exploitation, uno ne assume una particolare rilevanza, in quanto progettato per l’intercettazione delle informazioni trasmesse attraverso i cavi in fibra ottica: nome in codice “Tempora”. Operativo dal 2011, si è trasformato nel principale strumento dell’NSA, e degli alleati statunitensi, per l’accesso alle enormi quantità di dati prodotti in internet. Tempora sarebbe in grado di carpire qualsiasi informazione che viaggia nei cavi, ed alcune compagnie di telecomunicazioni mondiali, intercept partners, consentirebbero la trascrizione dei dati da loro gestiti proprio all’NSA attraverso il programma Rampart-A3, che ottiene l’accesso alla trasmissione in fibra ottica di 33 paesi, tra cui 17 dell’UE. L’importanza di tale copia è data dal loro livello di utilizzo: oltre il 99% del traffico dati/fonia mondiale viaggia su fibra ottica, lasciando meno dell’1% a quello satellitare. Tempora può interagire con un altro sistema sempre sviluppato dall’NSA: Xkeyscore, XKS, basato su una multipiattaforma di server avanzati per la ricerca ed analisi di metadati su internet, ossia le informazioni riguardanti una conversazione telefonica od una connessione telematica dove si evincono anche i numeri di telefono o gli IP di ciascun utente, l’ora, la durata e la posizione degli interlocutori. Questi dati sono atti a creare una conoscenza strutturata su un determinato evento in tempo reale, definito come “Digital Network Intelligence” la cui architettura ha consentito di identificare elementi sovversivi internazionali, ma anche di spiare le attività di normali cittadini. Nessun governo può porre sotto sorveglianza un abitante della propria nazione senza l’autorizzazione di un giudice, ma laddove quest’ultimo non acconsenta, basta chiedere all’alleato di spiarlo per poi riferire, creando così una sorta di sorveglianza illimitata che travalica i confini giuridici e le leggi statali.
La collaborazione fra l’NSA e le Nazioni partecipanti a Tempora, è parte dell’alleanza “5 Eyes”, fondata nel dopoguerra fra Stati Uniti e Gran Bretagna e poi estesa ad Australia, Canada e Nuova Zelanda. Il partenariato è stato successivamente allargato ad altre nazioni: Danimarca, Francia, Paesi Bassi e Norvegia, trasformandosi perciò in “9 Eyes”, ed ancora aumentato di altri 5 paesi, ufficialmente indicati come SIGINT Seniors Europe, o ” SSEUR “. I “14 Eyes” sono composti dagli stessi membri di Nine Eyes più Belgio, Germania, Italia, Spagna e Svezia. SIGINT Seniors Europe, creata nel 1982, è una coalizione tra agenzie di intelligence che si riunisce ogni anno per definire le linee guida in materia di sicurezza internazionale, ed è organizzata ogni volta in un luogo diverso. Nel 2013 l’NSA ha espresso interesse per la creazione di strutture permanenti atte ad ospitare i rappresentanti di Seniors Europe in uno spazio collaborativo comune. Progetto fallito per il diniego presentato da parte di alcuni membri del partenariato. La finalità che si prefigge la coalizione dei 14 eyes, è quella di intercettare le comunicazioni, “signal intelligence” o SIGINT. L’alleanza ha cooperato per monitorare alcuni eventi chiave europei come le Olimpiadi del 2004 in Grecia, le Olimpiadi invernali del 2006 in Italia e la Coppa del Mondo 2006 in Germania. Per rispondere alle accresciute necessità di sicurezza, tra il 2006 ed il 2007, nel corso di un’operazione antiterrorismo, l’ambito operativo ha interessato anche internet, anche se alcuni dei 14 paesi non erano allineati su questa necessità, ma si era resa necessaria per individuare attività terroristiche ed elementi sospettati di pirateria operanti nel Corno d’Africa. A ciò ha fatto seguito una maggiore collaborazione per sviluppare nuove tecniche e strumenti di monitoraggio. Seniors Europe dispone di una propria rete di comunicazione autoinstallata chiamata “SIGDASYS”, attraverso la quale condividono le intercettazioni. I 14 hanno anche usato un sistema chiamato “CENTRE ICE”, in particolare per i rapporti dell’intelligence sulla guerra afgana. Le informazioni condivise o sottratte vengono “rastrellate” o “pettinate” dalle sonde della National Security Agency americana e dal Government Communications Headquarters britannico. La differenza sostanziale fra la 5, 9 e 14 eyes, è nel livello di segretezza e quantità di dati condivisi, più gli alleati aumentano, minore sarà la qualità ed importanza delle informazioni scambiate. Il Government Communications Headquarters, Gchq, britannico ha mantenuto un livello di segretezza elevatissimo su questo partenariato, ma sembra che l’attività di raccolta dati sia gestita nella base di Crooklets Beach a Bude in Cornovaglia, dove approdano diversi cavi e dai quali sono stati copiati milioni di Gbit, successivamente trasmessi al quartier generale di Cheltenham. Il Government Communications Headquarters controlla i cavi sottomarini in fibra ottica che convogliano oltre il 99 per cento delle comunicazioni intercontinentali, dalle telefonate agli accessi Internet, attraverso il Mediterraneo. Per captarle sono utilizzate le “probes interception”, ossia delle sonde di intercettazione installate in prossimità dei Cable Landing Point, Clp. Queste sono piccoli dispositivi che riescono a ricevere la luce che transita all’interno dei cavi, sfruttandone il ribalzo all’interno, e catturandola in un prisma che ne effettua la copia. Le sonde sono prodotte dalla californiana Glimmerglass Networks e gestite dal software CyberSweep. I bit contenuti nel flusso ottico sono captati dal dispositivo 3D Micro Electro Mechanical System, 3-Mems, il quale è collegato in linea con l’Glimmerglass Intelligent Optical System che combina gli interruttori 3-Mems in grado di monitorare ed intercettare in modo selettivo le comunicazioni. Le sonde possono anche comunicare tra loro, indipendentemente da dove sono state posate. Questo determina acquisizioni e trasmissioni molto accurate e dunque affidabili. Gli operatori che raccolgono le informazioni, dopo averle analizzate le inviano ad altri centri di ascolto, Network Operations Centre, con un semplice comando del computer. Non solo sonde, ma anche i sommergibili vengono usati a tale scopo, come l’USS Jimmy Carter SSN-23, la terza ed ultima unità Hunter-Killer della classe Seawolf a propulsione nucleare. E’ stato progettato con dispositivi di manovra aggiuntivi montati a poppa ed a prora, per consentirgli di mantenere lo stazionamento su obiettivi selezionati in correnti dispari, come i cavi in ​​fibra ottica sommersi. Inoltre dispone di un modulo speciale da 2.5 piedi e dal peso pari a 2.500 tonnellate, denominato “piattaforma multi-missione”. Questa è una sezione a forma di clessidra che consentirebbe di identificare le linee di comunicazione sottomarine ed i dispositivi di ascolto sul fondo dell’oceano. Naturalmente anche la Russia ha varato unità sommerse di questo tipo, come l’AS-12 Losharik. Il 2 luglio 2019, a bordo di questo sommergibile si è sviluppato un incendio nel locale batterie, che ha causato la morte di 14 marinai. Al momento del fatto navigava nel Mare di Barents al largo di Murmansk, ed era salpato dalla sua base di Gadzhievo, nella baia di Olenya, sede della 29° Brigata Sottomarina. A bordo erano in servizio sette capitani di primo rango e due Eroi della Russia. Ufficialmente è una unità di ricerca inquadrata nel GUGI, o Glavnoe Upravlenie Glubokovodnik Isspledovanii, cioè Primo Direttorato delle Ricerche Abissali. Il piccolo AS-12 viene traghettato, e poi sorvegliato, nella zona operazioni da sommergibili più grandi come il BS-64 Podmoskoviye, un SLBM classe Delta IV modificato per ricavare una sorta di hangar in modo da trasportare unità più piccole sul dorso. In realtà l’AS-12 è usato per l ’intercettazione Sigint dei segnali sui cavi a fibra ottica sottomarini per le comunicazioni intercontinentali, e che potrebbe anche sabotare con apposite braccia meccaniche. Ciò provocherebbe un danno incalcolabile all’economia mondiale, ed inoltre i 380 cavi dove passa il 97% delle comunicazioni, non sono difendibili a causa dell’estensione che copre migliaia di chilometri. Il motivo dell’incidente non è stato ancora chiarito.
L’Italia è parte dell’alleanza innanzitutto per la sua posizione strategica, ma soprattutto perché ogni conversazione tra Oriente ed Occidente transita per una rete di 18 cable landing points che si trovano in Sicilia. Il terminale di 9 cavi sottomarini è ubicato in una palazzina del lungomare di Mazara del Vallo: tra questi il SeaMeWe-3. L’intelligence britannica ha captato oltre 600 milioni di telefonate al giorno in transito in tre nodi italiani: il SeaMeWe3, il SeaMeWe4 e il Flag Europe-Asia, FEA. Il SeaMeWe3, in particolare, è uno dei cavi sottomarini più lunghi che approdano in Italia con i suoi 39mila chilometri. Posato nel ’99, collega la Germania all’Australia passando per Egitto, Indonesia, Filippine, Grecia, India, Vietnam, Cina, Djibouti, Taiwan, Emirati Arabi, Regno Unito ed Arabia Saudita. Il SeaMeWe4, che approda a Palermo, è stato posato nel 2005, è lungo oltre 20mila chilometri e collega Marsiglia a Singapore. A Trapani arriva il cavo Trapani-Kelibia, che allaccia dal ’95 l’Italia alla Tunisia. A Catania ne arrivano altri 5: l’IMEWE, di oltre 12mila chilometri, tiene in collegamento Marsiglia e Mumbay, passando per Libia, Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi e Pakistan; l’Italy-Malta, lega Catania a Msida, il MedNautilus Submarine System, connette l’Italia a Grecia ed Israele. Sempre a Catania arriva anche un collegamento di 20mila chilometri, il SeaMeWe-5, che conguinge Tolone a Singapore, Il quinto cavo, posato nel 2004, è il Vodafone Malta-Sicily Cable System, VMSCS, collega Catania a Malta. Un altro, il Melita 1, approda a Pozzallo ed allaccia l’Italia all’isola di Malta. Gran parte dei cavi sottomarini che transitano in Sicilia sono gestiti da un consorzio internazionale di cui fa parte anche la società Telecom Italia Sparkle, del gruppo Telecom Italia, che fornisce servizi di routing attraverso Seabone, il backbone in fibra ottica di 375mila chilometri che collega Europa, America e Asia. Nessuna azienda coinvolta, e nemmeno il governo italiano, hanno reso noti gli accordi esistenti tra l’Italia e le intelligence internazionali né, tanto meno, rivelato di quale natura siano state le attività di sorveglianza statunitense e britanniche. La scelta di Mazara del Vallo come approdo ideale è nel suo fondale sabbioso, non vi sono forti correnti marine, ha un porto poco trafficato e sempre meno pescherecci pescano a strascico, sistema che può causare involontariamente danni con le reti ai cavi. I cable landing point ed i point of presence per l’accesso alla rete terrestre, arrivano nella sede di Telecom Sparkle, sul Lungomare San Vito. Quello gestito da Interoute, è ubicato in Via Abetone. Nella campagna si trovano tre prefabbricati dall’aspetto anonimo ma inaccessibili in quanto sorvegliati con un complesso sistema di sicurezza, qui dovrebbe atterrare il cavo maltese che poi viene connesso alla rete di traffico dati paneuropea. Ma, in particolare, da questi manufatti dovrebbero essere gestite le sensibili comunicazioni con la Tunisia ed il Vicino Oriente. L’Intelligence italiana collabora anche con altre organizzazioni i cui paesi partecipanti sono membri dei 14 eyes: Dal 2016, è attivo il “Gruppo Parigi” composto da15 governi europei tra cui Germania, Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Italia, Irlanda, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Gran Bretagna, Norvegia e Svezia. Il primo incontro si è tenuto a Berlino su invito del governo federale tedesco, ed ha origine in risposta agli attacchi terroristici sul territorio europeo. L’Alleanza ha competenze su questioni di sicurezza ed intelligence, ma non ha una segreteria e non vengono prese decisioni formali. L’Unione europea gestisce anche un centro civile di analisi, INTCEN, con sede a Bruxelles, ed affiliato al Servizio Europeo per l’Azione Esterna, SEAE. INTCEN non elabora “dati grezzi”, ma valuta i rapporti presentati dai servizi di intelligence nazionali ed esteri degli Stati membri. Lo staff INTCEN è diviso in quattro unità operative: “Analisi”, “Fonti aperte”, “Centro di situazione” e “Gestione delle crisi consolari”. INTCEN partecipa regolarmente alle riunioni del gruppo di lavoro del Consiglio dell’UE sul terrorismo e fornisce ai ministeri degli Stati membri rapporti classificati come “riservati”. Gli argomenti vertono solitamente sui combattenti stranieri, sulla radicalizzazione e sul legame tra criminalità organizzata e terrorismo. INTCEN sta lavorando in stretta collaborazione con l’agenzia di polizia Europol su una nuova “analisi delle minacce” allo scopo di identificare un “quadro di analisi delle minacce”. Altra organizzazione europea è INT EUMS, la quale gestisce una struttura simile all’INTCEN, considerata però come “Intelligence militare”. L’unità fa parte della direzione dell’intelligence del personale militare dell’UE, ed elabora le informazioni classificate fornite dagli Stati membri o trasmesse dalle aree operative dell’UE. INT EUMS scambia informazioni con EU INTCEN. Entrambi i centri formano la capacità di analisi della singola intelligenza, SIAC, sotto l’autorità dell’alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Sono considerati i principali utenti dei dati provenienti dal centro satellitare dell’UE SatCen. I rapporti sulla situazione, le analisi ed i briefing sono distribuiti, tra l’altro, ai ministeri della difesa, agli uffici esteri ed ai ministeri degli interni dei paesi alleati. Dal 2013, i ministri degli interni degli Stati membri dell’UE Belgio, Danimarca, Germania, Francia, Gran Bretagna, Irlanda, Paesi Bassi, Svezia e Spagna, hanno istituito il “Gruppo UE 9” a cui si aggiungono anche l’Austria, la Polonia e l’Italia, nonché lo Stato membro dell’UE che detiene la presidenza di turno. Per questo motivo, ora opera sotto il nome di “Gruppo 13+”. Le riunioni si svolgono su invito del Belgio nel periodo precedente od al margine delle riunioni del Consiglio per la giustizia e gli affari interni dell’UE. Anche la Commissione europea ed il coordinamento antiterrorismo dell’UE partecipano al “Gruppo 13+”
Nonostante alcune indiscrezioni ed osservazioni di fatto, la comunione di intenti fra i paesi dei 5, 9 e 14 occhi, sembra essere il segreto meglio custodito del XXI secolo.