In che maniera la geopolitica influenza i mercati finanziari

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In che maniera la geopolitica influenza i mercati finanziari?
In questi ultimi anni è risultato più che mai chiaro quanto la geopolitica influenzi ogni giorno i mercati finanziari di tutto il mondo. Si può prendere ad esempio due situazioni molto diverse l’una dall’altra: la disputa commerciale USA/Cina e la Brexit. Queste situazioni contingenti, seppur correttamente anticipate (anche se la Brexit si pensava potesse essere evitata fino all’ultimo), hanno reso la vita degli investitori molto complessa.
Questi ultimi hanno dovuto impegnarsi per filtrare i segnali più importanti e cogliere così le opportunità adatte in un periodo di lungo termine. Quando si verifica una situazione geopolitica particolare ci si trova di fronte ad una incertezza che influenza non poco i comportamenti degli investitori e quindi dei mercati finanziari. Succede che le reazioni di fronte ad una crisi possano risultare in alcuni casi eccessive, in altri poco incisive.
I rischi legati alla geopolitica non sono sempre negativi: gli investitori devono conoscere innanzitutto i possibili cambiamenti di fronte ad un nuovo assetto del mondo, il segreto per affrontare tale questione è separare gli eventi sistemici da quelli di mero disturbo: in questo modo si può differenziare una situazione geopolitica che potrebbe portare ad una perdita permanente di capitali da una crisi passeggera.
Tutto questo non è di facile realizzazione: spesso eventi di questo tipo hanno una natura istintiva, nel senso che colgono i mercati di sorpresa e finiscono per diventare protagonisti delle prime pagine dei giornali. La maggior parte degli eventi geopolitici finiscono per dominare i mercati, ma spariscono rapidamente, evolvendosi poi in un’opportunità per gli investitori.
L’aspetto fondamentale, in ogni caso, è non farsi trovare impreparati, anche nel caso di eventi non sistemici (che comunque esistono e come tali e non possono essere ignorati): prima o poi, una grande minaccia globale andrà per il verso sbagliato e gli investitori dovranno sapere quando battere in ritirata.
Anche i temi macroeconomici risultano molto importanti, e in particolare due hanno dominato gli investimenti azionari cinesi nella prima metà dello scorso anno: in primis il conflitto commerciale con gli Stati Uniti e in secondo luogo le misure monetarie e fiscali interne per sostenere e stimolare l’economia. Ovviamente il primo fattore ha avuto (e tuttora conserva) un ruolo fondamentale nell’evoluzione non solo del panorama geopolitico globale di Cina e USA, ma ha ripercussioni su tutto il mercato globale, inoltre mette in luce le relazioni sempre più frammentate della Cina con le altre grandi economie mondiali.
E’ vero che negli ultimi mesi i toni si sono un po’ abbassati, tanto che sia il presidente Usa Donald Trump che il suo omologo cinese Xi Jinping si sono impegnati a trovare una soluzione pragmatica per stimolare le rispettive economie e aumentare così la fiducia di aziende e consumatori. Tuttavia, la retorica non è servita a migliorare di molto la situazione e gli investitori hanno iniziato ad essere sfiduciati, anche perché hanno potuto constatare come dalle parole non siano seguiti i fatti, anzi, il caso Google versus Huawei ha peggiorato le cose.
Si vedrà nei prossimi mesi come evolverà la situazione, ma il caso “Cina contro USA” è solo uno dei tanti: nel mondo le tensioni sociali, economiche e politiche hanno e continueranno ad avere una grossa influenza (positiva o negativa) sull’andamento degli investimenti e quindi sulla crescita o decrescita dei mercati finanziari. E’ anche per questo che è importante rimanere aggiornati seguendo siti di news come Il Sole 24 Ore o siti dedicati di trading come Forex Trading Italia.
Basti pensare a quanto influisce la nostra situazione politica sullo spread: più cresce l’incertezza sullo stato del governo italiano, più l’indice sale, e questo frena gli investimenti nel lungo periodo.