India. Acque contese: la strategia marittima nell’era del riequilibrio asiatico

di Nicla Bussoli

Negli ultimi dieci anni la Marina Militare Indiana ha subito una rapida espansione e modernizzazione, riflettendo l’ambizione di Nuova Delhi di affermarsi come potenza navale regionale e globale. Con l’intensificarsi della presenza cinese nell’Oceano Indiano, l’India sta investendo ingenti risorse per potenziare la propria flotta e proiettare la sua influenza strategica in un contesto geopolitico in evoluzione.
L’Oceano Indiano rappresenta una sfera di influenza cruciale per l’India. La sua posizione geografica strategica, con accesso alle principali rotte marittime commerciali e di comunicazione mondiali, conferisce alla Marina Indiana un ruolo fondamentale nella sicurezza della regione.
Tradizionalmente, il compito principale della Marina Indiana era la difesa costiera e la protezione delle rotte commerciali marittime. La posizione strategica dell’India, che controlla gran parte dell’Oceano Indiano, ha reso la marina un elemento cruciale per la sicurezza nazionale. Tuttavia, negli ultimi decenni, la Marina Indiana ha ampliato il proprio focus, passando da una strategia esclusivamente difensiva a un ruolo proattivo di “fornitore di sicurezza netta” nella regione dell’Oceano Indiano. Questo cambiamento riflette l’importanza crescente dell’India come potenza regionale e globale.
Attraverso il pattugliamento attivo delle acque dell’Oceano Indiano, Nuova Delhi mira a garantire la libertà di navigazione e a contrastare l’espansionismo cinese, posizionandosi come un alleato chiave per le regioni vicine.
Di recente la Marina Indiana ha intensificato la propria presenza in aree chiave come l’Oceano Indiano centrale e il Pacifico occidentale. Parallelamente sta ampliando la propria rete di basi navali e strutture logistiche, estendendo così le proprie capacità di pattugliamento e intervento.
Attraverso esercitazioni congiunte con alleati strategici come Stati Uniti, Giappone e Australia (il cosiddetto QUAD – Quadrilateral Security Dialogue – uno strumento di collaborazione marittima militare volto a contenere la Cina, percepito con massima ostilità da Pechino), l’India rafforza la propria capacità di proiezione del potere e deterrenza nella regione.
L’ascesa della Cina come potenza navale dominante nell’Indo-Pacifico rappresenta una sfida chiave per l’India. Pechino sta sviluppando rapidamente le sue capacità marittime con l’obiettivo di proiettare il proprio potere dalla regione del Mar Cinese Meridionale all’Oceano Indiano, una minaccia diretta agli interessi di sicurezza di Nuova Delhi. La Marina Indiana sta quindi intensificando gli sforzi per contrastare l’avanzata cinese, sia potenziando le proprie capacità operative, sia attraverso una più stretta cooperazione con gli alleati regionali. Le navi da guerra indiane sono state registrate sia nell’Oceano Indiano occidentale, vicino alle coste dell’Africa orientale, sia nel Pacifico, con unità dispiegate nella regione del Sud-est asiatico.
Esercitazioni navali congiunte, condivisione di intelligence e progetti di co-sviluppo di sistemi d’arma sono alcuni degli strumenti utilizzati per bilanciare l’influenza cinese.
Tuttavia la sfida posta dalla Cina non è solo di natura militare. Pechino sta espandendo gradualmente la propria influenza attraverso la cosiddetta “strategia del filo di perle”, costruendo basi militari e stringendo alleanze lungo le rotte marittime che circondano l’India. Questo espande la capacità di proiezione marittima cinese e il controllo delle rotte commerciali, rappresentando un’ulteriore preoccupazione per Nuova Delhi, che cerca di contrastare tale espansione con proprie iniziative infrastrutturali.
Ciò ha spinto la Marina Indiana ad adottare una strategia dinamica di contenimento. Mentre la Cina dispone di una flotta numericamente superiore – oltre 350 navi – l’India sta puntando su tecnologia, alleanze strategiche e posizionamento geopolitico.
Oltre alla competizione con la Cina, l’India persegue una strategia più ampia di proiezione del proprio potere marittimo a livello globale. L’obiettivo è rafforzare la capacità di controllo delle principali rotte commerciali che attraversano l’Oceano Indiano, cruciali per l’economia nazionale, continuando a promuovere il principio della libertà di navigazione.
Nel 2022, è stato lanciato il Maritime Capabilities Perspective Plan (MCPP-2022), che delinea un percorso ambizioso di modernizzazione e proiezione strategica nell’area indo-pacifica. Con una flotta composta da circa 150 navi e sottomarini, l’India sta implementando capacità operative sempre più sofisticate, con due portaerei – INS Vikramaditya e INS Vikrant – a rappresentare il fulcro della proiezione del potere indiano. Una sofisticata flotta di sottomarini, inclusi 4 nucleari e 12 diesel-elettrici, completa un apparato navale tecnologicamente avanzato.
L’evoluzione strategica della Marina Indiana prevede di diventare una forza globale entro il 2030. Gli sviluppi principali includono: sottomarini avanzati con capacità nucleari completamente indigene; sistemi di intelligenza artificiale applicati alla guerra navale; droni sottomarini e di superficie completamente autonomi e sistemi avanzati di difesa elettronica e cyber warfare.
La strategia indiana è guidata da tre direttive principali: proteggere le rotte commerciali strategiche, contenere l’espansione cinese nell’Oceano Indiano e rafforzare le alleanze regionali con partner come Giappone, Australia e Stati Uniti (QUAD).
In sintesi la trasformazione della Marina Indiana riflette il passaggio dell’India da attore regionale a potenza marittima globale. Grazie alla modernizzazione tecnologica, alle alleanze strategiche e a una visione geopolitica chiara, l’India sta ridisegnando gli equilibri marittimi, posizionandosi come protagonista nell’Indo-Pacifico e nel panorama internazionale.