di Giuseppe Gagliano –
Vi sono diverse aziende coinvolte nel progetto di diventare una potenza spaziale. In primo luogo il Defence India Startup Challenges (DISC), lanciato all’inizio dell’anno, si è concentrato sulle debolezze della difesa spaziale e dell’intelligence dell’India. Proprio allo scopo di superare queste limitazioni è stata interessata la società di intelligence e di difesa spaziale Pixxel, la quale ha un contratto con l’Ufficio nazionale di ricognizione statunitense e ha ricevuto capitali molto consistenti da Google. Il suo obiettivo è quello anche di sviluppare satelliti dotati di strumenti ottici a infrarossi, come pure quello di costruire satelliti che pesino pochissimo, meno di 150 kg. Grazie alla sua stretta relazione con Google l’India avrà legami sempre più stretti anche nel settore dell’intelligence spaziale con gli Stati Uniti e questo non farà altro che rafforzare la cosiddetta alleanza Quad, cioè tra Stati Uniti, Australia, Giappone e India.
La seconda grande istituzione, certamente la più importante sotto il profilo politico in quanto amministra la difesa spaziale indiana, è l’Organizzazione indiana per la ricerca spaziale (ISRO), creata dal primo ministro Narendra Modi nel 2018.
Infine vi è l’Indian National Space Promotion and Authorization Center (IN-SPACe) collegato al Dipartimento dello Spazio, che riferisce direttamente al primo ministro.