India. Demografia: in aprile 2023 il sorpasso sulla Cina

di Francesco Giappichini

La notizia ha fatto il giro del mondo: la popolazione cinese, nel 2022, è diminuita per la prima volta negli ultimi 60 anni. E i media di Hong Kong hanno infierito sul dato: il “South China morning post” ha titolato che la Cina è in un «periodo di declino infinito», ed ha citato più esperti, secondo cui «il calo demografico è irreversibile ed è illusorio pensare il contrario», non «c’è speranza di invertire questo declino». Qui approfondiremo tuttavia un dato che in Italia è stato trascurato: entro aprile 2023, l’India supererà la Cina, come paese più popoloso al mondo. La notizia – va da sé – ha innescato varie teorie sulla forza geopolitica indiana. Del resto nonostante «i classici indicatori della forza economica e militare attirino spesso maggiore attenzione, pochi fattori nel lungo periodo influenzano la competizione tra potenze come i cambiamenti in dimensione, capacità e caratteristiche delle popolazioni nazionali», come ha scritto l’economista newyorchese Nicholas Eberstadt. Il docente di Economia politica presso l’American enterprise institute for public policy research, ne è certo: la «demografia vivace dà braccia a economia ed esercito», e soprattutto «cervelli e audacia, dunque chance geopolitiche, alla nazione».
Qui dobbiamo tralasciare il dramma dell’inverno demografico italiano (nel ’21 sono nati 400mila bambini, il 53% rispetto alle 742 mila nascite francesi). E sorvoleremo sul boom demografico del Continente nero, sebbene secondo i demografi, nel 2100, una persona su tre nascerà nell’Africa sub sahariana, (la Nigeria supererà la Cina e sarà il Paese più popoloso dopo l’India). Ci concentreremo invece sull’India. La sua popolazione (un miliardo e 400mila abitanti), sommata a quella cinese, rappresenta da oltre 70 anni più di un terzo degli abitanti del pianeta. Beninteso, anche in India il tasso di natalità sta calando, mentre migliorano i parametri economici. Il tasso di fertilità è sceso, nell’ultimo decennio, di quasi il 20 per cento, e se oggi supera appena i due figli per donna, nel 1950 si sfiorava la cifra monstre di 5,7. Il subcontinente indiano ha fatto registrare una rapida crescita demografica (quasi il 2% l’anno) per gran parte della seconda metà del Novecento. Poi i programmi di pianificazione familiare (il primo risale al 1952) e i piani di controllo delle nascite hanno avuto successo: sin dal 1976, si è cercato d’implementare politiche demografiche, a livello nazionale.
In ogni caso, i tassi di mortalità sono diminuiti, la speranza di vita è aumentata, e ciò ha garantito questa costante crescita demografica. Per quanto riguarda invece il futuro dell’India, i demografi paiono concordi: assisteremo sì a una crescita demografica per i prossimi 40 anni – nel 2060 sarà superato sicuramente il miliardo e 600mila abitanti – ma con un tasso decrescente. Insomma, sì, anche l’India sta invecchiando: mentre nel 1947 l’età media era di 21 anni e solo il 5% della popolazione aveva più di 60 anni, oggi l’età media supera appena i 28 e gli ultrasessantenni sono oltre il dieci per cento. L’analisi dei dati appare tuttavia sorprendente, almeno per gli osservatori occidentali: nel mondo, un under 25 su cinque è indiano, e ha meno di 25 anni addirittura il 47% degli indiani. Tornando al sorpasso indiano sulla Cina, va segnalato che l’evento ha innescato svariate analisi politiche: ad esempio, molti prevedono che sarà sempre più pressante, la richiesta di un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.